Bologna, 3 luglio 2023 – Tre vite distrutte. Poco più di due anni fa iniziava l’incubo da cui la famiglia Gualzetti non si sarebbe mai potuta risvegliare. Proprio questo è l’unico commento che Vincenzo Gualzetti, ora che oltre all’unica figlia ha perso pure la moglie Giusi, riesce a fare: "Mi sembra di vivere in un incubo. Posso dire di aver perso tutto". Con un solo, unico barlume di speranza: "Sono sicuro che ora sia di nuovo con Chiara".
Fino a due anni fa Gualzetti aveva una bella famiglia e una vita che, di sicuro tra normali alti e bassi, si sarebbe potuta descrivere come serena. Ora si trova solo, nella casa dell’Abbazia di Monteveglio a pochi passi dal luogo in cui la sua unica figlia è stata assassinata senza pietà da un altro ragazzino. Senza più la sua Giusi. La mamma di Chiara, 58 anni, era malata da mesi. Da tempo non tornava a casa, ricoverata prima in ospedale a Bazzano e poi nell’hospice a San Biagio di Casalecchio. Lei e Vincenzo si sono sposati il 9 giugno scorso: "Era un grande desiderio di Chiara vederci uniti in matrimonio – aveva raccontato all’epoca Vincenzo –, di sicuro lei era vicina a noi. Ci siamo sposati con gioia, ma anche con la morte nel cuore". È stato sempre Vincenzo, ieri mattina, ad annunciare la morte della moglie, nella stessa pagina Facebook ’Giustizia per Chiara’ su cui un mese fa aveva svelato le nozze.
Era il 27 giugno 2021 quando le sorti della famiglia Gualzetti sono precipitate. Chiara, a un mese di distanza dai sedici anni che non compirà mai, era uscita di casa per una passeggiata con un ragazzo di un anno più grande, per cui forse aveva un debole. Due passi dietro casa, poco prima dell’ora di pranzo. I genitori erano tranquilli, tra l’altro conoscevano l’adolescente, che abitava poco distante e per un periodo aveva lavorato come stagista nell’azienda di Vincenzo. Non potevano immaginare che lui avesse già messo nello zaino il coltello necessario a uccidere la loro bambina. E invece. Solo dopo un intero giorno di ricerche il corpo di Chiara verrà ritrovato, straziato, riverso nell’erba della collina dietro casa.
Vincenzo e Giusi vengono schiacciati dall’immane dolore. Lontani da casa, la loro Napoli lasciata anni prima, devastati dal lutto. Pochi mesi dopo, Giusi si ammala. Segue terapie serratissime, ma purtroppo non c’è nulla da fare. Nonostante tutto, fa il possibile per seguire sempre i processi al ragazzo che le ha portato via la figlia, fuori dalla porte delle aule di tribunale prima al Pratello e poi in Corte d’appello.
Il killer di Chiara viene condannato in entrambi i gradi di giudizio a 16 anni e quattro mesi, il massimo della pena prevista per un minorenne, che ha scelto il processo con rito abbreviato. Ora, Vincenzo punta alla battaglia per ottenere "pene più severe nei confronti dei minorenni", un progetto di modifica della norma sostenuto dall’avvocato che lo ha rappresentato in questi anni, Giovanni Annunziata. "Bisogna unirsi per dire basta a morti efferate e senza ragione. Basta ragazzine massacrate", le sue parole.