Bologna, 8 febbraio 2024 – In attesa di un doppio trapianto di rene viene chiamato durante la notte dal Sant’Orsola: ci sono due organi disponibili e deve partire subito. Alessandro Cocuzza, 64 anni, professore in pensione, vive in provincia di Messina: a Bologna c’è la sua salvezza e si organizza subito.
"Era il 28 gennaio, l’una di notte, quando ho ricevuto la telefonata dal Sant’Orsola con la quale mi veniva comunicato che erano disponibili due organi: io sono in attesa di un doppio trapianto di rene – racconta –. Abito a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina e l’aeroporto più vicino è Catania. Purtroppo io non guido, quindi ho svegliato mio nipote, un ragazzo gentilissimo, che mi ha accompagnato all’aeroporto per prendere il primo volo disponibile per Bologna".
Una volta giunto all’aeroporto l’amara realtà si presenta davanti alle speranze del professor Cucuzza. "C’era un volo Ryanair ma non c’era nemmeno un posto disponibile: credevo che per una persona che deve prendere un aereo per una questione così vitale come un trapianto, le compagnie di volo tenessero a disposizione un posto, uno spazio e invece nulla – prosegue –. Ho atteso fino alle 10,25 del mattino dopo e su un volo Wizz Air c’erano due posti liberi, ma liberi perché non erano stati acquistati, non perché erano riservati a casi come il mio".
Cocuzza è riuscito ad arrivare al Policlinico non senza angoscia ma in tempo per gli esami del caso che hanno rivelato la non compatibilità con uno degli organi, che è stato trapiantato ad un’altra persona. E tutto ora ricomincia, ma il problema del professore non certo nei confronti dell’ospedale "un centro di grandissima eccellenza con personale splendido e preparatissimo", ma con un sistema che non prevede emergenze di questo tipo.
"Fino a qualche decennio fa lo Stato metteva a disposizione voli militari e staffette delle forze dell’ordine – afferma –. Che ora li abbiamo aboliti (tranne in casi di estrema necessità) si può anche capire, ma è incomprensibile e assurdo che lo Stato non intervenga affinché le compagnie riservino uno-due posti per queste situazioni e altrettanto assurdo che le compagnie stesse non lo prevedano nel loro codice etico. Un paziente, che deve recarsi d’urgenza a sottoporsi a un trapianto e non trova collegamenti a disposizione, vista la durata limitata degli organi espiantati – fa notare – rischia di perdere un’occasione vitale che chissà quando e se si presenterà più, considerando anche che la cultura della donazione degli organi non è molto diffusa nel nostro paese, e in certe regioni in particolare. Personalmente non sono in pericolo di vita – precisa –, ma sono in lista in due regioni, come prevede la legge nel mio caso, per il trapianto di entrambi i reni".
m.ras.