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Cersaie, torna la fiera della ceramica: "Pronti per il rilancio del settore"

Da domani a venerdì a BolognaFiere con 634 espositori. La sfida: arginare la crisi da recessione

Cersaie, torna la fiera della ceramica: "Pronti per il rilancio del settore"

È tutto pronto per il taglio del nastro, domani, della 40ª edizione del Cersaie, la fiera internazionale della ceramica in programma alla Fiera di Bologna, dal 25 al 29 settembre. Un appuntamento che si conferma anche quest’anno centrale, a livello mondiale, per il settore della ceramica e dell’arredobagno, ma che a differenza del passato dovrà fare i conti con una congiuntura economica che sta frenando le vendite. "Speriamo che il Cersaie ci dia una mano a uscire da questa congiuntura. Il momento è ancora più importante per capire gli umori e le aspettative dei clienti sui diversi mercati – spiega Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica –. Ci aspettiamo che sia il momento del rilancio, in cui si capisce che l’edilizia riprende in tutto il mondo". Di certo, il dispiegamento di ‘forze’ è imponente: le 634 imprese espositrici (245 dall’estero) occupano il piano terra di tutti e 15 i padiglioni del quartiere di piazza della Costituzione, per complessivi 145.000 metri quadrati. Per il convegno inaugurale sono attesi tre esponenti del governo, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro dell’Ambiente, Gilberto Picchetto Fratin, oltre che l’ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi, e l’ad di Bpm, Giuseppe Castagna. "Con loro dialogheremo di uno scenario che mai come ora appare complesso", osserva Savorani. Tanti i convegni, i workshop e i momenti di confronto previsti per l’edizione 2023 della fiera, tra cui un panel dedicato all’Opera House di Sidney, che compie 50 anni e la cui copertura è stata integralmente realizzata in ceramica e un talk con l’architetto Mario Cucinella.

Riflettori puntati anche sull’Ucraina, "un’area centrale nello scacchiere internazionale, che potrebbe diventare un grosso motore di crescita se la guerra si fermasse", osserva il numero uno di Confindustria ceramica, che ricorda come tra gli ospiti della manifestazione ci sarà anche l’ambasciatore ucraino in Italia e che l’associazione ucraina della ceramica sarà presente con uno suo stand. "La ricostruzione dell’Ucraina non deve attendere la fine della guerra, ma deve cominciare adesso", scandisce Savorani.

I numeri. Il comparto ceramico aveva chiuso il 2022 con 7,2 miliardi di fatturato solo per le piastrelle. Il 2023, però, non sta andando altrettanto bene, sia dal punto di vista dei volumi che degli incassi. Tassi d’interesse alle stelle e inflazione stanno causando un "forte raffreddamento di consumi e domanda, che avviene nei diversi continenti, non solo in Europa – illustra Savorani –. La flessione di fatturato e volumi ha annullato l’exploit del 2022, solo la Russia cresce".