PAOLO ROSATO
Cronaca

La centrale elettrica di Suviana "sarà ferma per anni. Ma non c’è rischio di blackout energetico"

La valutazioni di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia: "Danni per centinaia di milioni di euro, Bargi è un sito importante. E dopo questa tragedia sarà più difficile espandere l’idroelettrico"

Bologna, 11 aprile 2024 – “Nella produzione elettrica totale, la centrale del Brasimone conta davvero poco. Quindi per l’approvvigionamento non ci saranno problemi. Allo stesso tempo, però, un incidente gravissimo come questo impedirà nell’immediato di fare nuovi impianti. Ed è un problema". È Davide Tabarelli, presidente e fondatore di Nomisma Energia oltre che docente universitario, a spiegare cosa succederà adesso che la centrale idroelettrica, alimentata dalle acque dei bacini di Suviana e del Brasimone attraverso condotte, dovrà stare ferma "probabilmente per anni".

Cosa è successo nella centrale di Suviana dopo l'esplosione, minuto per minuto

Centrale di Suviana, l'incidente ai raggi X
Centrale di Suviana, l'incidente ai raggi X

Il disastro di due giorni fa – tre i morti accertati, con quattro dispersi – avrà ripercussioni precise, ma non sulla fornitura di energia elettrica a Camugnano, a Bologna, in Emilia-Romagna e in tutto il Paese. "Parliamo di una rete che non è nemmeno nazionale, ma europea. Quindi la porzione assicurata dalla centrale del Brasimone non è particolarmente impattante".

Approfondisci:

Diretta Suviana 11 aprile: le vittime salgono a sei, si cerca l’ultimo disperso. Vigili del fuoco: "Chi era dentro ha provato a scappare"

Diretta Suviana 11 aprile: le vittime salgono a sei, si cerca l’ultimo disperso. Vigili del fuoco: "Chi era dentro ha provato a scappare"
La centrale idroelettrica di Bargi, dove è avvenuta la tragedia
La centrale idroelettrica di Bargi, dove è avvenuta la tragedia

Di che grandezze parliamo?

"In Europa, ogni anno, vengono prodotti 306 miliardi di kilowattora con l’idroelettrico. In Italia, nel 2023, la produzione è stata invece di circa 38 miliardi. Capisce bene quali sono le proporzione. Il Brasimone ne produce 0,4 miliardi di kilowattora, una quantità relativamente contenuta".

Quindi con quella centrale inattiva, dopo il disastro, non dobbiamo attenderci ripercussioni particolari?

"Non c’è un problema di approvvigionamento elettrico, né per l’Emilia-Romagna, né per l’Italia. Anche perché quest’anno ha piovuto tantissimo, pertanto avremo una produzione più abbondante che in passato. Bologna e la regione sono peraltro coperti da un sistema nazionale di reti elettriche di trasporto e trasmissione. Inoltre, tutto il quadrante padano con il gas da Porto Corsini e da San Giovanni a Piacenza, più gli impianti Eni a Mantova e Ravenna, per dirne qualcuno, è assolutamente coperto".

Siamo al riparo quindi da possibili blackout?

"Certo che sì. La fortuna-sfortuna di questo periodo è che la domanda elettrica italiana è piuttosto fiacca, l’industria sta cambiando e ha oggi pochi ordini".

Un danno economico è quantificabile?

"Parliamo di un danno di centinaia di milioni di euro. È una brutta tragedia, quella centrale è molto importante per tutti, per Enel e per tutto il territorio"

Quanto potrà stare ferma la centrale?

"Sia Bargi, sia la centrale vicina saranno ferme per parecchi mesi, forse anni. Saranno coinvolte da una manutenzione straordinaria che durerà parecchio tempo. È una centrale importante, ripeto, ma con piccole dimensioni che non incideranno. Piuttosto, ci sarà una conseguenza seria".

Quale?

"Un tema che come Nomisma seguiamo da vicino. Il sistema idroelettrico nazionale è fatto di centrali come quella di Bargi, costruite nel secolo scorso, con tecnologie datate. Noi ci stavamo lamentando già da tempo che in Italia si fanno pochi investimenti. Ecco, tanti impianti come quello del disastro, che tra l’altro si stava cercando di far ripartire con un investimento di ammodernamento, sono sotto la lente. Avremmo bisogno di molte centrali di questo tipo, ammodernate o nuove, perché l’elettrico a differenza dell’eolico e del fotovoltaico produce energia continua. Dovremmo espandere la nostra capacità di idroelettrico, ma dopo questa tragedia sarà molto difficile".

Si rischia di avere bisogno di svuotare il lago di Suviana, in caso di emergenza?

"Speriamo di no, non mi pare ci sia il rischio. Però ricordiamone l’importanza: a Bologna siamo più tranquilli nel bacino del Reno anche grazie a Suviana, la cui diga serve a contenere potenziali alluvioni e a evitare la siccità. Servono più impianti e le tecnologie vanno ammodernate".