ELENA UGOLINI
Elezioni Emilia Romagna

Sanità in Emilia Romagna, Ugolini: “C’è uno scollamento. La persona torni centrale”

La ricetta di Ugolini, candidata civica

La ricetta sulla Sanità di Ugolini, candidata civica

La ricetta sulla Sanità di Ugolini, candidata civica

Bologna, 22 luglio 2024 – È vero che sulle prestazioni sanitarie essenziali, quello dell’Emilia-Romagna si conferma il miglior sistema davanti a Veneto, Toscana, Lombardia e alla provincia autonoma di Trento.

Il commento La Sanità merita un confronto serio e rigoroso di Valerio Baroncini

Lo attesta il monitoraggio della Fondazione Gimbe che, partendo dai dati del ministero della Salute, misura la capacità delle Regioni di utilizzare le risorse dello Stato per garantire i servizi essenziali, i cosiddetti Lea. L’Emilia-Romagna ottiene un punteggio totale di 285,2, quattro punti in più rispetto all’anno precedente, il 2021. Tuttavia, come ha scritto ieri il Carlino, «non solo di servizi essenziali si vive». E ancora, a proposito delle pecche del sistema denunciate ogni giorno dai cittadini e dagli stessi operatori: “Dire che la Sanità in Emilia-Romagna non funzioni è falso. Ma dire che sia solo colpa del Governo lo è altrettanto”. Lo sanno anche i due candidati alla carica di governatore. Ha detto sabato sera Michele de Pascale: “Su questo anche nel centrosinistra non abbiamo la coscienza perfetta”. E qualche giorno fa la civica Elena Ugolini aveva avvertito: «Il peggiore dei problemi è pensare di non averne”. Nell’editoriale di ieri il Carlino chiedeva ai candidati un ragionamento serio e onestà intellettuale. De Pascale e Ugolini hanno raccolto l’invito e ci hanno inviato le riflessioni che pubblichiamo in questa pagina.

La ricetta sulla Sanità di Ugolini

Prima le persone, poi le classifiche. La sanità sarà centrale per il prossimo governo della regione perché tocca tutti noi e costituirà il punto su cui continueranno ad essere investite la maggioranza delle nostre risorse. Chi si è ammalato o ha avuto in cura una persona ammalata ha fatto esperienza dello scollamento fra le ‘classifiche’ e la realtà delle cose. La nostra sanità è buona per il livello di preparazione dei suoi professionisti, per la loro dedizione, per la loro capacità di resilienza a tutte le incombenze burocratiche e alla mole immensa di richieste. Il nostro sistema sanitario è stato costruito per una società che aveva caratteristiche completamente diverse da quelle attuali. Alle persone più che delle ‘graduatorie’ lusinghiere interessa una sanità capace di dare risposte adeguate al tema della cronicità, della non autosufficienza, della fragilità, della vulnerabilità, di chi la strada per essere assistito non riesce a trovarla da solo, perso in un meandro di burocrazia e defatiganti ricerche della porta giusta a cui bussare. Lo sanno bene i medici e gli infermieri, che rappresentano la spina dorsale del Servizio Sanitario e che vivono e lavorano ‘per’ le persone e ‘con’ le persone. Un mondo professionale ormai purtroppo inascoltato, frustrato dall’impossibilità di partecipare alla costruzione di un nuovo paradigma, succube di un sistema che spesso umilia il merito e toglie le energie migliori alla Sanità regionale. I Cau sono costati tanto ed hanno ottenuto ben poco perché si è parlato solo di “codici” verdi o bianchi. Le persone che cercano aiuto non sono codici. Sono persone. È evidente che questa amministrazione regionale non ha saputo leggere i cambiamenti profondi dei bisogni delle aspettative dei cittadini né tantomeno operare riforme all’altezza della situazione. Le possibili soluzioni da trovare per le liste d’attesa, il pronto soccorso e le tante altre criticità non possono essere solo puntuali aggiustamenti. Hanno efficacia solo se dentro una nuova visione che mette la persona al centro e coinvolge tutti i possibili attori. Il primo passo sarà la costruzione condivisa del programma.