Bologna, 21 febbraio 2024 – “Gli inverni siccitosi complicano una situazione che è già tipica della pianura Padana, quindi l’inquinamento aumenta".
Luca Mercalli, meteorologo, climatologo, ricercatore e docente, non ha dubbi sulle cause che stanno determinando un innalzamento dei valori relativi alle polveri sottili in tutta la pianura emiliana.
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"Dal punto di vista meteorologico, una stagione invernale senza piogge o perturbazioni durature fa aumentare l’inquinamento. E gli ultimi inverni hanno questa caratteristica di assenza di piogge – fa notare il climatologo –. La pianura Padana poi è una sorta di ’catino’, dove vivono 15 milioni di persone e tutto si complica quando ci sono alte pressioni bloccate per settimane. D’altra parte sono almeno trent’anni che stiamo parlando dell’inquinamento della pianura Padana: basta sfogliare i giornali e ci si accorge che l’argomento è sempre presente".
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La domanda su cosa si possa fare per impedire tutto questo suona fin troppo banale quando viene rivolta a uno studioso come Mercalli che non perde occasione per sottolineare quello che, in realtà, sappiamo tutti: "Cose da fare ce ne sono, azioni da intraprendere anche, ma se vogliamo continuare a vivere nello stesso modo in cui viviamo oggi la situazione non può mutare".
Il potente anticiclone che interessa anche le zone del Bolognese provoca una temperatura di 5-6 gradi in più rispetto alle medie climatologiche del periodo, in queste condizioni c’è una massa d’aria calda in quota, persistente, che non lascia diffondere verso l’alto tutto ciò che di inquinante viene prodotto dall’azione umana.
I picchi di polveri sottili (il Pm10 e il Pm2.5) in questi giorni sono stati particolarmente elevati in città: la centralina dei Giardini Margherita ha registrato 77 microgrammi di Pm2.5 per metro cubo.
Dovrebbero, però, essere gli ultimi giorni di caldo eccezionale.
Da domani, infatti, i previsori annunciano che "lentamente, il termometro si riporterà verso la climatologia del periodo, ma non farà freddo".