Bologna, 21 dicembre 2024 – Chiudere i Cau, i Centri di assistenza urgenza, che sono stati collocati all’interno degli ospedali. Per intenderci quello che si trova dentro al Maggiore e quello creato al Sant’Orsola.
Sanità regionale: il grande risiko dei dirigenti
È la prima condizione posta dai sindacati dei medici di medicina generale che, ieri pomeriggio, hanno incontrato il neo assessore regionale alla Salute, Massimo Fabi. Incontro durante il quale i rappresentanti sindacali dei medici di famiglia non hanno rinnovato l’accordo di collaborazione nei Cau in scadenza il 31 dicembre, dando vita a un trimestre ‘tecnico’ durante il quale molte cose legate ai Cau, ma anche ai medici di base dovranno essere sistemate. O almeno questo è l’auspicio dei sindacati.
"Ci dissociamo completamente da quello che succederà nei Cau che devono essere tutti trasferiti sul territorio, nelle cosiddette Aft, le Aggregazioni funzionali territoriali: strutture che vengono gestite in collaborazione tra i medici di famiglie e medici a quota oraria (le guardie mediche) – dichiara Salvatore Bauleo, segretario provinciale e vice segretario regionale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) –. Aggregazioni funzionali che andremo a definire prossimamente in Regione e dotate di personale di studio, diagnostica di primo livello e percorsi preferenziali. I Cau che sono posti in vicinanza o in sostituzione dei Pronto soccorso per noi devono essere chiusi il prima possibile. Che ne dicano i numeri sono diversi: non funzionano. E poi sono fuori legge, non sono previsti nell’accordo collettivo nazionale".
Bauleo chiarisce che i medici che lavorano nei Cau e quelli di famiglia "dovranno essere collegati a livello informatico condividendo tutta una serie di modalità operative, come ad esempio la cartella clinica. I Cau sul territorio vanno completamente rivisti, riorganizzati collocati nel contesto delle Aft integrati con i medici di famiglia".
Roberto Pieralli, presidente provinciale Snami è pienamente soddisfatto dei risultati dell’incontro con l’assessore Fabi: "Quello che avevamo predetto da tempo, già prima dall’intesa sui Cau che non avevamo sottoscritto, si è verificato. Quello che ci aspettiamo è che si vada ad aggiornare l’accordo che è fermo del 2006. Grazie ai Cau abbiamo dimostrato che il problema dei Pronto soccorso non sono i medici di medicina generale: gli accessi ai Ps sono stati identici. L’emergenza-urgenza deve essere rivisitata e bisognerà regolare con grande attenzione la contattabilità presso gli studi dei medici di famiglia. Ci aspettiamo – prosegue – che i Cau territoriali, che sono fuori dagli ospedali, possano essere rivisti nella logica delle Aggregazioni funzionali territoriali. Siamo contenti che la Fimmg sia arrivata sulle nostre posizioni. Il nuovo accordo regionale dovrà mettere a sistema i medici dell’assistenza primaria compreso l’accesso agli studi o ambulatori di Aft per le piccole contingenze medico-generalisti, il 118 e ovviamente la medicina penitenziaria. Questo accordo deve mettere a sistema tutto e ricostruire dove questa impasse, che sono stati i Cau. Quelli in ospedale vanno chiusi o rivisti con personale ospedaliero. E per noi come Snami i Pronto soccorso oggi sono sottodimensionati rispetto alle necessità di una popolazione sempre più anziana, quindi bisognerebbe ampliare il numero di ambulatori e il personale".