I nuovi Cau, Centri assistenza urgenza, "non sono Pronto soccorso bonsai, ma ambulatori medici generalisti che non sostituiscono i Ps: ai Cau non vanno le ambulanze, come mai le ambulanze sono andate agli altri ambulatori di guardia medica. Per quanto ben organizzati, non hanno le stesse potenzialità dei veri Pronto soccorso". Lo sottolinea Roberto Pieralli, presidente dello Snami Emilia-Romagna, che continua a contestare il progetto varato dalla Regione che rimarca anche la questione degli specializzandi che saranno presenti, entro fine anno, nei Cau: "I cittadini devono sapere che la gran parte dei medici già reclutati e reclutati in servizio sono specializzandi. Non c’è alcuna novità rispetto a questo. Semmai la vera novità sarebbe relativa al pressing della Regione sugli Atenei, per inserire i Cau come attività interna ai piani formativi delle Scuole di specializzazione. Un’aberrazione".
Sugli specializzandi torna anche la Fimmg, per voce del segretario regionale Daniele Morini: "Con rammarico dobbiamo constatare che l’intesa raggiunta a livello Regionale sui Cau continua a essere tradita nella sua applicazione. Non ultima l’intesa raggiunta con l’associazione Als (Associazione liberi specializzandi) con cui si vorrebbero garantire tutele ai medici specializzandi che lavoreranno all’interno dei Cau e da cui si viene a delineare un’attività medica pericolosamente assimilabile a quella dei medici gettonisti. I medici specializzandi hanno il diritto di poter svolgere il loro percorso formativo e lavorativo nell’ambito di loro competenza – prosegue –. Sarebbe ancora più assurdo pensare di inserire nei piani formativi degli specializzandi un numero di ore obbligatorie lavorative nei Cau, all’interno delle ore formative standard: non possiamo neppure pensare a uno scenario così svilente per i colleghi specializzandi".
Massimo Aufieri, responsabile Uil Ausl Bologna, invece si sofferma sull’organizzazione dei nuovi Centri assistenza urgenza: "Le perplessità persistono, in quanto i Cau sono aperti 24 ore su 24 ma non hanno tutti la radiologia, poi c’è il problema dell’appropriatezza degli accessi. Su nostro suggerimento l’Ausl sta valutando la presenza di volontari. Ma c’è la questione delle presenze: a Vergato e a Casalecchio ci saranno un medico, un infermiere e un operatore socio sanitario, alla notte solo un medico e l’infermiere: noi insistiamo perché ci sia anche un oss".
La questione del personale, con una novità positiva, viene evidenziata da Stefano Franceschelli (Cisl Sanità Area Metropolitana): "Ci sarà il reclutamento, oltre ai quindici infermieri per i Cau del Navile e di Casalecchio, anche di due tecnici di radiologia al Navile e di otto operatori socio sanitaria, quattro per Navile e quattro per Casalecchio. Sono reclutamenti extra turnover quindi un passo in avanti verso le richieste che avevamo fatto. C’è stata forte discussione invece sul tema del trattamento economico del personale del comparto coinvolto nei Cau in quanto la Ausl ha lasciato intendere che a livello di indennità non è certo che vi sia un trattamento omogeneo e certo per tutti i Cau".
Organici e sicurezza di sanitari e pazienti al centro della riflessione della Cgil, come riporta Gaetano Alessi, responsabile Sanità Area di Bologna: "La contrattazione sta dando i sui frutti sul rafforzamento delle dotazioni organiche, grazie al grande impegno delle organizzazioni sindacali, Fp Cgil in testa. Sulle istruzioni operative per noi è necessario fare degli approfondimenti, e su questo l’azienda ha dato la sua disponibilità. Su Vergato oltre alle tre assunzioni già programmate necessita, secondo noi , di un potenziamento della dotazione organica. E continua a mancare un seria campagna informativa alla popolazione. A condizioni date stiamo provando a fare del nostro meglio per garantire sicurezza agli utenti ed agli operatori". Intanto ieri il Cau di Budrio è stato visitato dall’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini.