Cattolici in campo. Ravaglia con Galletti:: "Sì alla scuola di politica. Bene partire da Bologna"

Il vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia sposa l’idea Ucid "I giovani sono una risorsa come si è visto a Castel Maggiore e Pianoro. Regionali, non ci schieriamo per ora. Aspettiamo proposte e programmi".

Cattolici in campo. Ravaglia con Galletti:: "Sì alla scuola di politica. Bene partire da Bologna"

Cattolici in campo. Ravaglia con Galletti:: "Sì alla scuola di politica. Bene partire da Bologna"

Dialogo e mediazione. Valori che latitano nella politica di oggi sempre più radicalizzata su posizione estreme. Da qui, c’è chi, come l’ex ministro e presidente Ucid, Gian Luca Galletti, ha posto un tema: valorizzare di più la presenza dei cattolici in politica. E, a questo proposito, con l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti, ha lanciato l’idea di una scuola di politica. Un’idea subito raccolta da Daniele Ravaglia, vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia, che sarà della partita.

La convince la proposta di una scuola di politica?

"È un’idea corretta: ai cattolici, per gestire un ruolo positivo in entrambi gli schieramenti, serve la giusta formazione".

Crede che la scuola possa partire proprio da Bologna?

"L’Emilia-Romagna e Bologna potrebbero essere le aree di partenza, ma questa scuola avrà un interesse nazionale. Ciò che è importante è coinvolgere anche quegli imprenditori che hanno una visione sociale della loro impresa. Ciò significa che se fai parte di una comunità non puoi solo chiedere, ma anche dare".

Con più cattolici in politica che cosa potrebbe cambiare?

"La dottrina sociale della Chiesa non è solo una questione religiosa. Incide sulla vita quotidiana delle persone, il lavoro, la famiglia. Per questo una tale visione avrebbe effetti specifici anche sulla politica. A partire dalla ricerca della condivisione, anziché dei conflitti. Il fatto che in entrambi gli schieramenti si vedano posizioni molto radicali non può convincere i cattolici".

I cattolici, però, non hanno uno schieramento unico...

"Il pensiero cattolico non può essere al servizio di un’ideologia politica. Pensiamo all’apporto che possono dare i giovani, come successo a Pianoro o a Castel Maggiore dove sono stati raggiunti risultati inaspettati. Idee nuove, che vengono dalla società civile, hanno raccolto l’attenzione di elettori giovani e meno giovani. Ciò che è importante, però, è che queste nuove leve vengano formate per poi impegnarsi sul campo".

Si avvicinano le Regionali. I cattolici che cosa ne pensano del toto-nomi dei due schieramenti?

"Da un lato si fa riferimento a un’esperienza politica consolidata (i dem Michele de Pascale e Vincenzo Colla, ndr), mentre da un punto di vista civico si parla di Elena Ugolini, persona seria, dalla professionalità spiccata. Ma più che di nomi vorrei che si parlasse di programmi".

Confcooperative come si schiera?

"La presenza dei cattolici è in diversi partiti, come ci ha insegnato la Democrazia cristiana dove al suo interno c’erano anime di centrodestra e di centrosinistra. Al momento non ci schieriamo: aspettiamo di capire le proposte politiche".

Ugolini, civica in pole per il centrodestra, viene dal mondo cattolico. Un buon punto di partenza?

"Sarebbe una novità assoluta, ma se si candida credo lo farà in modo indipendente, poi si vedrà i partiti che la sosterranno. Nell’altro schieramento si è anche parlato di Delrio che potrebbe rappresentare la dottrina sociale della Chiesa. Non abbiamo pregiudiziali nei confronti di nessuno, aspettiamo argomenti concreti".

Rosalba Carbutti