La situazione della Garisenda si è "sensibilmente aggravata", anche perché "le deformazioni stanno aumentando con maggiore velocità nell’angolo Sud-Ovest, in direzione diversa rispetto a quella secondo cui la Torre pende storicamente". Quindi, visto che viene tra le altre cose ricordata "una stima della probabilità di collasso all’1,5%", la Torre va messa in sicurezza nel più breve tempo possibile, ricomprendendo anche nei futuri interventi di consolidamento una "riduzione degli effetti del peso sul basamento". Si tratta di alcuni tra i passaggi più importanti contenuti nella lunga relazione del comitato tecnico-scientifico, che mette un punto a oltre un mese di discussioni sui malanni della Garisenda. Che già nel 2020 presentava "valori di probabilità di collasso inaccettabilmente elevate, circa 10mila volte superiori a quanto consentito dalle norme". Un codice rosso di tipo ingegneristico che portò già a interventi di vario tipo, dal 2018. La relazione ripercorre anni e anni di analisi, ribadendo le motivazioni per cui l’area sotto la Torre è stata chiusa: c’è un rischio di collasso senza una messa in sicurezza. Massima allerta, come recitano i verbali di luglio e settembre del 2023, contenuti nella relazione e anticipati la settimana scorsa dal Carlino.
Per il Comune, però, dopo la consegna della relazione non è cambiato assolutamente nulla. C’è un’allerta gialla e si va avanti con il programma. "Mi sono preso io la responsabilità di chiudere tutto – ha detto il sindaco –. In passato gli allarmi non li abbiamo mai ignorati, anzi. C’è stato un monitoraggio continuo. Il buco della convenzione con l’Università? Non c’è stato nemmeno quello, perché l’Alma Mater sulla Torre non ha smesso mai di lavorare. Gli interventi in parte hanno funzionato e in parte sono stati fermati perchè lo stesso comitato ha ritenuto che potessero peggiorare la situazione". A ottobre, dopo l’allarme della Soprintendenza e del ministero della Cultura, tutto è stato in pratica resettato.
Su tutto questo Fratelli d’Italia vuole chiarezza. "Presenteremo un esposto in Procura per chiedere di accertare tutte le eventuali responsabilità del sindaco e di ogni altra figura del Comune – scrivono i consiglieri in Comune, capitanati da Stefano Cavedagna –, circa la mala gestione della Garisenda e i rischi per la pubblica e privata proprietà. Dalla relazione del comitato emerge come dal 2020 l’allora sindaco, e immaginiamo l’allora assessore Lepore, fossero stati avvisati del rischio crollo. E poi c’è stato quel buco nei dati del Dicam, come denunciato da noi. Si faccia luce". L’ira della Lega. "Solleciti del comitato molto sottovalutati, qualcuno dovrà prendersi le sue responsabilità", dichiarano Matteo Di Benedetto e Cristiano Di Martino.
Paolo Rosato