FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Caso Balani, via al processo: "Il perito dica quando morì". La seconda chance di Rossi

Martedì la Corte d’appello di Perugia formulerà i quesiti per il super esperto. L’orario del decesso potrebbe scagionare il commercialista dopo 18 anni.

Caso Balani, via al processo: "Il perito dica quando morì". La seconda chance di Rossi

Caso Balani, via al processo: "Il perito dica quando morì". La seconda chance di Rossi

Bologna, 18 febbraio 2024 – Il caso della morte di Vitalina Balani potrebbe subire uno scossone, dopo quasi 18 anni. Perché il processo all’uomo che da 17 si trova in carcere, condannato in via definitiva all’ergastolo per quell’omicidio, si riapre. Comincia martedì il processo in Corte d’appello a Perugia per Andrea Rossi, il commercialista sessantunenne accusato di avere strangolato la sua cliente di 70 anni, il 14 luglio 2006, nel suo appartamento di via Battindarno. Movente: Rossi doveva alla donna due milioni di euro, che aveva sperperato anziché investirli per suo conto. Ma l’uomo, padre di sei figli, da sempre si proclama innocente.

L’imputato non sarà in aula martedì, per quest’udienza tecnica’ in cui la Corte formulerà i quesiti per il perito super partes da lei nominato, l’anatomopatologo Mario Bacci. Quesiti che entrano nel vivo della "nuova prova" che ha fatto riaprire il caso, ossia gli studi sulla migrazione delle ’macchie ipostatiche’ (i ristagni di sangue nei cadaveri), che consentirebbero di spostare l’ora del decesso di Balani dalla fascia 13,30-14 del 14 luglio a diverse ore dopo, almeno alle 18, e comunque a orari per cui Rossi ha alibi di ferro. La difesa dell’imputato, con l’avvocato Gabriele Bordoni, propone appunto che si stabilisca l’arco di tempo in cui avvenne il delitto e soprattutto se, come risulta agli studi dei consulenti di parte, possa collocarsi tra le 18 e le 24. Se così fosse, l’autore non potrebbe di certo essere Rossi.

In seconda battuta, la difesa suggerisce d’acquisire i reperti disponibili all’Istituto di Medicina legale di via Irnerio, tra cui i vestiti indossati da Balani al momento della morte e alcuni capelli maschili trovati sui suoi abiti, per confrontare le tracce biologiche con i dna in banca dati (che non risultò di Rossi, già al primo processo), e di rilevare poi se l’assenza di tracce dell’imputato sul luogo del delitto, di cui non si trovò neppure una goccia di sudore, sia compatibile con uno strangolamento, a quell’ora di luglio. Balani fu infatti trovata senza vita il 15 luglio dal 118, allertato da una parente che non riusciva a mettersi in contatto con lei. Dapprima si pensò a una morte naturale, ma l’autopsia ribaltò il verdetto.

Così ora l’avvocato Bordoni: "Il processo si riapre per riconsiderare radicalmente l’aspetto medico legale, in primo luogo; poi si vedrà se risentire qualche testimone. Ma ritengo che la scienza basterà a fare chiarezza".