Bologna, 10 settembre 2024 – Vitalina Balani, 18 anni fa, è stata strangolata "fra le ore 22 del 14 luglio 2006 e le ore 5 del 15". Quando cioè l’uomo che da 17 anni è in carcere a scontare l’ergastolo per quel delitto aveva un alibi. Anzi: proprio una delle prove schiaccianti per l’accusa nel primo processo potrebbe ora ribaltarsi e diventare un dato decisivo, sì, ma a suo favore.
Il caso dell’omicidio Balani non è quindi chiuso. Un grosso punto a favore della difesa lo segna infatti l’esito della perizia del professor Mauro Bacci, il medico legale incaricato dal presidente della Corte di appello di Perugia, Paolo Micheli, di stabilire l’ora del decesso della donna trovata morta nel suo appartamento di via Battindarno alle 13 del 15 luglio 2006. Questo tenendo conto anche delle "conoscenze scientifiche attuali", in particolare sulle ’macchie ipostatiche’, i ristagni di sangue la cui formazione permette di stimare da quanto tempo un corpo è senza vita.
Un passo indietro. Siamo nel mezzo della revisione del processo che portò all’ergastolo del commercialista Andrea Rossi, oggi 62enne. Istanza presentata dalla difesa del condannato, avvocato Gabriele Bordoni, che, dopo un iniziale ’no’ dalla Corte d’appello di Ancona (competente per i ricorsi bolognesi), si vide accolta dalla Cassazione, che rinviò appunto il processo a Perugia. La nuova prova che ha permesso di riaprire il caso sono proprio i recenti studi sulla migrazione delle macchie ipostatiche, che modificherebbero le fasce di tempo nell’ambito delle quali esse possono formarsi, spostarsi o fissarsi.
Ecco dunque che il perito della Corte, convenendo con quanto sostenuto dalla difesa, in base a questi studi colloca l’omicidio della pensionata non più tra le 13.30 e le 14 del 14 luglio, come si ritenne 18 anni fa, bensì molto più tardi, appunto. Quando Rossi avrebbe diversi alibi. Il primo, quello di essere rimasto nel suo studio, al computer, dalle 20.28 alle 23, a cancellare decine di file, tra cui quelli in cui erano registrati i debiti che Rossi aveva con Balani. Debiti per due milioni di euro. Il movente perfetto.
I fatti. Balani fu trovata senza vita e si ipotizzò un malore. Solo l’autopsia, giorni dopo, rivelò che si era trattato di uno strangolamento. L’ora del decesso fu stimata tra le 13.29 (ora in cui la donna fece una telefonata) e le 14.05 (quando non rispose al campanello per ritirare un pacco) del 14 luglio. Presto venne indagato Rossi, padre di sei figli, che appunto doveva a Balani e all’anziano marito 94enne, oggi deceduto, il denaro che avrebbe dovuto investire per loro conto e invece aveva sperperato. Rossi si è sempre detto innocente.
Ora, sulle famose macchie ipostatiche trovate sul braccio della Balani, il perito Bacci dice: "Lo stato di rinvenimento delle ipostasi al ritrovamento del cadavere negli arti superiori è giustificabile solo attraverso la mobilizzazione delle braccia dai sanitari" del 118 al momento del soccorso, "avvenuto entro l’intervallo temporale di migrabilità delle stesse" ossia "8-12 ore fino a 15". Quando le macchie erano in "fase di migrabilità parziale". Dunque, i sanitari che attorno alle 13 del 15 luglio manovrarono il cadavere, provocarono la ‘migrazione’ dei coaguli, ancora parzialmente mobili. Non lo sarebbero più stati "dopo le 12-24 ore dalla morte, e poi in modo assoluto dopo le 48-72 ore". Un orario più preciso della morte non si può ottenere però "a causa del carente rilevamento della temperatura cadaverica e della variabilità della rigidità muscolare", dice il medico.
L’avvocato di Rossi, Bordoni, è soddisfatto: "La perizia conferma la nostra tesi. Riteniamo che l’omicidio possa essere avvenuto prima delle 21, quando Balani non rispose alle chiamate del badante del marito che l’attendeva a Riccione: era già spirata. Il nostro consulente, Marco Albore, conferma come l’assenza del rilevamento della temperatura ampli la forbice d’incertezza e l’omicidio può essere avvenuto tra le 20 e le 7. Orari per cui il mio assistito ha alibi". Spetterà alla Corte d’appello di Perugia dirlo. Udienza il 24 settembre.