Bologna, 18 settembre 2018 - L’Acer si riprende altri due alloggi che risultavano occupati “senza titolo”. Lo rende noto l’azienda: “Un coordinamento efficace tra Acer e la Polizia di Stato ha reso possibile la liberazione questa mattina di due alloggi occupati senza titolo in zona Corticella e al Pilastro”. In entrambi i casi “non si sono verificate tensioni particolari: gli occupanti- spiega l’Acer - hanno lasciato in maniera volontaria i rispettivi alloggi”.
Gli immobili, comprese le cantine di pertinenza, sono stati subito messi in sicurezza con l’installazione di porte anti-intrusione. “Il nostro intervento deciso di contrasto al fenomeno delle occupazioni abusive ha portato a risultati straordinari”, dichiara il presidente di Acer, Alessandro Alberani: al momento sono solo due gli alloggi ancora occupati. “E ora stiamo concentrando l’attenzione sulle occupazioni senza titolo e su altre situazioni di uso irregolare degli alloggi”, aggiunge Alberani, sottolineando che gli interventi di Acer “sono sempre programmati con tutte le altre istituzioni e l’intento non è quello di penalizzare le persone, ma di ripristinare situazioni di legalità favorendo una politica per la casa pubblica improntata a principi di equità sociale”. In entrambi gli interventi ad esempio, “abbiamo chiesto l’intervento dei Servizi sociali di competenza- conclude il presidente- in modo da garantire subito una prima assistenza a queste persone che per motivi diversi si trovano in situazioni di fragilità sociale”.
Di uno sfratto eseguito in un alloggio Acer, proprio in zona Corticella, parla anche il sindacato Asia-Usb ma con toni decisamente diversi. Asia, che aveva programmato un “picchetto” in via Sant’Anna, afferma su Facebook che l’azienda casa ha considerato “la famiglia come abusiva, per colpa di un errore burocratico commesso da Acer stessa”. Il sindacato parla di “violento e vergognoso sfratto” e afferma che “non si sono palesati i Servizi sociali”, quindi gli attivisti, a sfratto compiuto, spiegano di essersi presentati negli uffici del Quartiere. A quel punto i Servizi sociali “hanno presentato come ‘soluzione’ la solita farsa: dormitorio, addirittura a pagamento da parte della signora e suo figlio. Questa risposta non è accettabile”, scrive Asia sul social network. In piu’, “stamattina è stato eseguito un altro sfratto ai danni di un nostro iscritto”, aggiunge il sindacato. “Per questo, siamo ora davanti al Comune di Bologna- riferisce il sindacato, pubblicando anche le relative foto- per chiedere direttamente ai mandanti politici di questi scempi che venga immediatamente trovata una soluzione dignitosa per Carla e suo figlio, cosi’ come per Lorenzo”. Il post si conclude così: “Non andremo via da qui fino a quando la signora Carla, suo figlio e Lorenzo non otterranno una soluzione concreta e dignitosa. Invitiamo tutti a raggiungerci e portare solidarietà al presidio”.