
"Questo è un luogo di ristoro, informazione, conoscenza, dove i rider possono prendere anche un tè caldo d’inverno o riparare...
"Questo è un luogo di ristoro, informazione, conoscenza, dove i rider possono prendere anche un tè caldo d’inverno o riparare la bicicletta". Così la presidente Arci di Bologna, Rossella Vigneri. "Una casa del popolo o un dopolavoro, una saletta sindacale", per dirla con le parole del segretario bolognese della Cgil, Michele Bulgarelli. "A me viene in mente invece un oratorio", spiega don Matteo Prosperini, direttore Caritas. ‘Casa Rider’, progetto che nasce grazie all’unione di queste tre realtà, è uno spazio pensato per favorire la crescita dell’attivismo e per diventare un punto di riferimento per chi pedala ogni giorno. La nuova sede negli spazi comunali di Porta Pratello in via Pietralata 58, aprirà i venerdì e i sabato dalle 16 alle 20. Qui i rider potranno trovare attrezzatura per piccole riparazioni e un ambiente accogliente. Si offrirà consulenza sindacale per fornire supporto concreto su temi sociali e contrattuali. "Le case rider sono simbolo di comunità e resistenza – ha detto Roberta Turi, segreteria nazionale Nidil Cgil –. Da una nostra inchiesta è emerso che il 60% dei rider non denuncia gli infortuni". Per il sindaco Matteo Lepore "questa è la prima ‘Casa Rider’ di Bologna, ma non sarà l’ultima". Per i rider, però, c’è ancora "molto da fare. I lavoratori sotto le piattaforme continuano a non avere contratti adeguati. Servono contratti di lavoro dipendenti, ad esempio serve che durante le le alluvioni si possano fermare".