FRANCESCA QUAGLIA
Cronaca

La casa delle farfalle: l’ultima lettera di Francesca Quaglia, morta travolta da un camion

La mamma della giovane ciclista uccisa a Milano: “La casa delle farfalle era uno dei suoi posti preferiti, quando tornava a casa non perdeva occasione per tornarci”

Francesca Quaglia: l'ultima lettera prima di morire

Francesca Quaglia: l'ultima lettera prima di morire

Bologna, 6 settembre 2023 – "La casa delle farfalle qui a Medicina era uno dei suoi posti preferiti, quando tornava a casa non perdeva occasione di andare lì e passare del tempo con i suoi amici". Così Nadia Valli, la mamma di Francesca Quaglia, la giovane ciclista di 28 anni travolta e uccisa la settimana scorsa da un camion a Milano, parla di uno dei luoghi più cari alla figlia.

Luogo in cui, nei prossimi giorni, verrà organizzato un momento in ricordo della traduttrice e copywriter. Un luogo che Francesca, in uno dei suoi tanti scritti pubblicati sui social, ha descritto così.

“Oggi ho imparato che anche le farfalle hanno un carattere. Alcune sono aperte e disponibili all'incontro con l'altro, altre sono chiuse e timide. Ad alcune piace mimetizzarsi tra le foglie umide senza muoversi mai, come se non volessero essere percepite, quasi dimenticate in mezzo a una foresta di colori. Ad altre, invece, interessa solo mostrarsi e volare, volare e ancora volare. Le ho viste inseguirsi con movimenti delicati ma intuitivi, mettendo in scena una danza colorata su un palcoscenico tropicale a cui vale la pena assistere.

La casa delle farfalle di Eros è un teatro colorato in cui danzano, recitano e cantano diverse specie di farfalle e uccelli. La scenografia è prodotta da un centinaio di piante meravigliose che danno letteralmente vita allo spettacolo che mi si è spalancato davanti agli occhi quando Eros mi ha dato il benvenuto nel suo personalissimo regno.

Praticamente funziona che lui ha quindici anni, frequenta il primo anno di Liceo Scientifico e la sua materia preferita è scienze. Quattro anni fa ha sentito un biologo parlare di falene e ha capito. Lo voglio fare anche io. Quindi, facendo due semplici calcoli, all'età di undici anni Eros ha scoperto un suo interesse e, senza tanta paura, ha deciso molto naturalmente di approfondirlo senza aspettarsi chissà quale risultato.

Lo ha approfondito perché gli interessava, punto. Intuisco questa sfumatura perché quando gli chiedo cosa gli piaccia di più delle farfalle mi risponde: "Il carattere, ognuna di loro ha il suo e me ne accorgo mentre le osservo nutrirsi e riprodursi".

Ammetto che la prima cosa a cui ho pensato è stata: so che se lo avessi incontrato tredici anni fa mi sarei presa una bella cotta per questa persona così sensibile da: passare anni a osservare i comportamenti delle farfalle. Sono sicura che il suo sincero interesse mi avrebbe stregata. Sì, è un po' così, resto ammaliata di fronte alle persone che invece di soccombere al ciò-che-dovrei-fare scelgono con coraggio il ciò-che-mi-interessa-fare.

Mi stregano, mi conquistano, mi fanno sentire che forse una possibilità di salvarci, alzare la testa e guardare la vita senza filtri e con i nostri occhi ce l'abbiamo. Mi fanno sentire che si può credere ancora nella magia, nei desideri, nei colori vivaci e nella semplicità di ascoltare quello che ci fa stare bene.

Sono chiaramente io l'adulta cinica qui, quella che sta sviscerando il lato romantico di questa vicenda perché si è fatta impressionare dal coraggio di questo ragazzo di credere in sé stesso e in ciò che ama. Probabilmente mi sono fatta investire e pietrificare un po' da questa questione della vita adulta.

A volte non credo più tanto nelle farfalle e nei colori, mentre per Eros è ancora qualcosa di completamente naturale, sale sulla sua bicicletta e pedala verso quello che è riuscito a costruire insieme ai suoi genitori e a Luca, il proprietario del bar il cui giardino ospita questa storia di passione e comunità.

Mentre mi dilungo con le mie domande sentimentali, incredula di aver appena conosciuto una persona che mi faccia sinceramente piacere conoscere, Eros mi spiega in modo molto chiaro e scientifico che non c'è tanto da affezionarsi: la vita di una farfalla arriva solitamente a un mese.

Possono morire naturalmente o possono essere preda delle lucertole. Nonostante ciò, però, in questo breve frangente di vita, mostrano tutte le loro trasformazioni, i loro comportamenti e i loro colori. L'ho trovato bellissimo.

Un'immagine reale e naturale, controllata da una sorta di ciclo innato che nessuno cerca di contrastare. Mi racconta che sono ormai quattro anni che studia e si interessa a questi temi, che per la maggior parte impara confrontandosi e chattando in inglese con altri intenditori appassionati sparsi ovunque nel mondo, oppure guardando video o leggendo libri. Penso che abbia già abbattuto diverse barriere.

Comunicare in un'altra lingua per parlare di ciò che gli interessa non è un problema, si può fare. Così come lasciarsi trasportare dall'interesse per qualcosa che gli piace, anche se qualcuno, là fuori, in mezzo al mare scuro delle opinioni e dei giudizi non richiesti, dovesse non capire. Penso che Eros sia riuscito a trasportarmi lontano, mi ha accompagnata in un viaggio per cui non mi aspettavo di imbarcarmi, specialmente nel paese in cui sono cresciuta.

Dall'alto della sua conoscenza e semplicità abbiamo sorvolato diversi temi, la scienza, la biologia, le passioni, la fiducia, la sicurezza, il menefreghismo, la famiglia e la comunità, per poi riatterrare a Medicina, in Via Aurelio Saffi”.