La carenza di taxi è un tasto dolente a Bologna. Le auto sono poche, ormai è chiaro, e i problemi sono molti. Le segnalazioni di cittadini che perdono appuntamenti, treni e aerei per attese infinite nella speranza di trovare un taxi libero si moltiplicano soprattutto adesso con un’estate piena di visitatori, il cui grande flusso fa sorridere gli albergatori e ristoratori e piangere gli abitanti dei quartieri vicini all’aeroporto per la mole di decolli e atterraggi. I tassisti hanno le loro ragioni e addebitano il problema ad altri fattori legati al traffico e alla viabilità e inoltre chiedono una revisione delle tariffe ferme al 2018. Richieste legittime. Eppure frenano sulla concessione di nuove licenze. Secondo stime comunali ne servirebbero un centinaio ma per adesso si parla di venti. Il risultato è la carenza di taxi in certi orari, e una città in crescita come Bologna non può permetterselo. Ora poi si aggiunge il nodo dei contestatissimi 30kmh imposti in gran parte della città e la frittata è servita. Ogni tanto però anche il Comune di Bologna ne dice una giusta. L’assessore alla Mobilità, Valentina Orioli, nei giorni scorsi ha pronunciato parole chiare: la maggior parte dei taxi si concentra alla mattina, quindi c’è necessità di maggiore copertura nei turni serali e notturni e nel fine settimana. Il problema c’è e presenta varie sfaccettature. Comunque va risolto in fretta, per non far perdere il taxi ( e la pazienza) ad altri utenti.
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