FRANCESCO MORONI, INVIATO A CAMUGNANO
Cronaca

Il capo dei sommozzatori a Suviana: "Macerie e idrocarburi, è un abisso pericoloso. Ci immergiamo a coppie"

Il luogotenente Lenzini guida i carabinieri subacquei: dobbiamo bonificare. "I miei uomini scendono con una gabbia e protezioni anti inquinamento"

Camugnano (Bologna), 12 aprile 2024 – “Il problema principale, ora, resta quello della bonifica dell’acqua". Il luogotenente Duilio Lenzini ha guidato da Genova fino al lago di Suviana il corpo dei carabinieri subacquei.

Le notizie in diretta del 12 aprile

Un supporto ulteriore, e fondamentale, ai cento vigili del fuoco impegnati nella centrale idroelettrica semi-sommersa dov’è avvenuto il disastro, nella piccola località di Bargi, a Camugnano (Bologna). Le immersioni dei militari sono cominciate ieri mattina, dopo aver messo in sicurezza il livello idrico della struttura, in modo da permettere lo svolgimento delle ispezioni e continuare la disperata ricerca del disperso. Lenzini ha lo sguardo fermo, il tono di voce deciso, mentre spiega nel dettaglio come si svolge l’intricato intervento tra i piani -8 e -9 dell’impianto di Enel. Un intervento che continua a tenere l’Italia col fiato sospeso e gli occhi di tutti puntati sull’Appennino bolognese.

Nel riquadro il luogotenente Duilio Lenzini
Nel riquadro il luogotenente Duilio Lenzini

Lenzini, che scenario avete trovate immergendovi all’interno della centrale?

"Un ambiente molto instabile. Si vede pochissimo, e i pericoli chiaramente aumentano. Anche se i sistemi di protezione garantiscono la massima tutela di chi opera, bisogna fare tutto al meglio".

Ha detto che uno dei problemi principali resta quello della presenza di materiali inquinanti nello strato d’acqua che ha allagato i locali. Parliamo di 800, anche mille metri quadrati di spazi per ogni piano.

"I soccorritori sono tutelati da qualsiasi agente inquinante: nella centrale la turbina ha rilasciato oli e combustibile vario e c’è uno strato inquinato che in parte è stato sistemato, in parte ancora no. E il crollo del solaio riduce ulteriormente la possibilità di agire con libertà".

Come state agendo? I liquidi aspirati vengono poi riversati in enormi autocisterne, per essere portati negli appositi centri di smaltimento.

"Continua la bonifica nei piani dov’è avvenuto lo scoppio, andiamo avanti con l’operazione. L’obiettivo è rimuovere totalmente lo strato di idrocarburi".

I sommozzatori si calano dall’enorme varco al centro della struttura attraverso una gabbia che ne facilita la discesa, considerando anche la mole ingombrante a causa dell’attrezzatura. Quante squadre sono al lavoro?

"Si alternano vari operatori subacquei. L’attrezzatura che hanno a disposizione è molto complessa, si basa su un sistema di recupero di gas e altri dispositivi. E si scende in coppia: l’operazione è parecchio complessa".

Cosa vi mette più in difficoltà?

"Tutto l’ambiente. Dalla visibilità ridotta alla presenza di macerie, spezzoni di cavi e altri detriti derivanti dal crollo".

A quanti metri di profondità lavorate?

"Parliamo all’incirca di cinque, sette, dieci metri d’acqua".

L’acqua a che livello è arrivata?

"Il livello ha continuato a salire lievemente, poco alla volta. Ma questo non mette in pericolo l’intervento, come nei primi momenti: ecco perché ieri mattina sono ricominciate le immersioni".

Avete individuato il punto dove continuano a entrare liquidi?

"Stiamo ancora ispezionando la struttura, non è affatto facile capire. Ispezioniamo la chiusa esterna e abbiamo individuato un leggero trafilamento nella parte superiore del condotto".