Per casi come quello del Ravone, "la soluzione non è quella di creare delle casse di espansione a monte, perché non c’è lo spazio per creare particolari e importanti strutture di contenimento". Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia-Romagna, mette sotto la lente di ingrandimento la proposta del sindaco Lepore. "Il Ravone è un torrente e alla sua origine non ha gli spazi per ospitare una cassa di espansione – spiega Antolini –. Sicuramente, però, si possono attuare interventi per rallentare il deflusso dell’acqua, come le briglie, o altri interventi di ingegneria naturalistica volti sempre al rallentamento del deflusso dell’acqua verso la città". Ogni caso è a sé e "si chiederà di fare altro per trattenere l’acqua, ma l’approccio con piogge simili è molto difficile", perché quanto è successo sabato scorso dipende "dalla altissima quantità d’acqua che è caduta – continua il presidente dei geologi –. Su Bologna parliamo di 175 millimetri di pioggia, cioè 175 litri in un metro quadrato".
In città, serve lavorare sui fossi tombinati. "Bene sta facendo il sindaco Lepore sul Reno, con la sua scoperchiatura – conclude Antolini –. Un canale senza tombinatura, quindi a cielo aperto e libero, è meno pericoloso. La gente pensa il contrario, ma si deve preoccupare quando l’acqua scorre in un canale tombinato".
Mariateresa Mastromarino