Casalecchio (Bologna), 14 dicembre 2023 – Tre rinvii a giudizio per la tragica morte del diciassettenne Alessandro Ferriani. Il giovane perse la vita il 1° febbraio 2019 nelle acque gelide del Reno a valle della Chiusa di Casalecchio, nel corso di un’uscita di allenamento del Canoa club Bologna. Ieri il gup Sandro Pecorella ha rinviato a giudizio, accogliendo la richiesta depositata lo scorso giugno dal pm Antonello Gustapane, l’istruttore capo, il presidente del Canoa club e il responsabile regionale della formazione. I tre, difesi dall’avvocato Fabio Pancaldi, dovranno rispondere a vario titolo di omicidio colposo, falso (per una questione legata al patentino da istruttore del giovane allenatore che quel giorno aveva portato i ragazzi, tra cui Alessandro, in acqua) e favoreggiamento. L’inizio del processo è previsto per il prossimo 25 marzo – giorno in cui questo procedimento si unirà a quello che vede imputato con l’accusa di omicidio colposo il giovane istruttore (assistito dall’avvocato Ivan Dall’Ara e contro il quale la famiglia di Alessandro non si è costituita parte civile) che quel drammatico 1° febbraio di quattro anni fa era in canoa con Alessandro e gli altri atleti – davanti al giudice Mazzino Barbensi.
Una vicenda giudiziaria complessa che, prima del rinvio a giudizio di ieri, ha visto due richieste di archiviazione, tutte respinte dai gip, alle quali la famiglia di Alessandro, assistita dall’avvocato Ciriaco Rossi che ha scelto di non rilasciare dichiarazioni, si era sempre opposta. Quel tragico pomeriggio di quattro anni fa, il diciassettenne si stava allenando con due compagni del Canoa Club Bologna, a valle della diga storica di Casalecchio. Erano quasi le 17, non ancora buio, quando si rovesciò senza riuscire a tornare in superficie, con l’istruttore che cercò prima di aiutarlo con un remo, poi gettandosi in acqua e riuscendo così a fargli raggiungere la riva. Ma troppo tardi. Il cuore del giovane si fermò e per l’autopsia ad ucciderlo fu un mix tra annegamento e ipotermia.
"Siamo di fronte – le parole del legale Fabio Pancaldi dopo la decisione del gup – a una doppia tragedia. Quella relativa ai fatti del 1° febbraio 2019, che si protrae con il supplizio giudiziario. Ci difenderemo in sede dibattimentale come abbiamo fatto finora. Per me i processi non si vincono e non si perdono, semplicemente si fanno. In questo caso, però, ci tengo a dire che abbiamo perso comunque, a prescindere da come andrà, perché Alessandro era uno di noi".