Bologna, 19 maggio 2022 - "Caro Ragù, quando sei morto non eri solo, eri con me tra le mie braccia e questo tu lo sai e anche io so che non potrò dimenticarlo mai". Affida il suo strazio ai social il padroncino del piccolo meticcio, morto sbranato da un pitbull nella zona di via Audinot qualche giorno fa.
Un caso che ha sollevato un enorme clamore mediatico, un po' perché preso a cuore dall'opinionista Selvaggia Lucarelli: "I cani grandi e potenzialmente letali vanno gestiti come un’arma. Se non siete capaci di gestirli prendetevi un criceto. Anzi, non prendete niente perché chi non sa gestire un animale non lo sa gestire di qualunque taglia sia. Fatevi uno spritz". Un po' perché Ragù era diventato una vera e propria mascotte del quartiere Porto-Saragozza. "Un randagino siciliano abbandonato nelle campagne", adottato da una famiglia bolognese, così viene raccontata la sua storia su Facebook. "Ragù, sei stato una piccola meteora che ha rivoluzionato, per soli due mesi – davvero troppo pochi – la vita della splendida famiglia che ti aveva adottato. Li hai sommersi di felicità. E tu, cucciolino di appena 5 mesi, avevi finalmente trovato dei cuori che battevano per te".
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E la rabbia scoppiata sui social per la morte del cagnolino lascia spazio al dolcericordo del padroncino: "Ora so anche che un intero quartiere ti pensa e piange con me e la mia famiglia - scrive sulla sua pagina social -. Ringrazio amici, vicini e semplici conoscenti che ci hanno fatto sentire meno soli in questo momento terribile".
E poi l'invito a non lasciarsi andare alle polemiche scoppiate sulla rete. "Chiedo a tutti di non fare rappresaglie e alimentare odi inutili, come a volte succede quando le notizie rimbalzano sul web. Soltanto spero vivamente che questa vicenda sia un monito per rendere più responsabili i padroni dei cani e faccia sì che non accadano più incidenti simili. I cani non hanno colpe, ma gli umani a volte sì". Firmato da "il fratellone umano di Ragù".