MASSIMO SELLERI
Cronaca

Camici bianchi scomparsi. Mancano 11 medici su 12

Della dozzina di assegnazioni necessarie nel distretto, solo una è coperta. A Marano di Gaggio petizione per riaprire lo studio chiuso da oltre un decennio.

Nell’immagine di archivio, visita in un ambulatorio medico

Nell’immagine di archivio, visita in un ambulatorio medico

Da qui alla fine del 2024 alla Regione Emilia Romagna servono 262 medici di famiglia. Di questi solo 50 posti sono stati assegnati con il territorio bolognese che ne avrà solo 15 rispetto ai 34 previsti. Se poi si va ancora più nel dettaglio, si scopre come il distretto socio sanitario dell’Appennino sia tra i più penalizzati ricevendo una sola assegnazione rispetto alle 12 necessarie. In realtà si tratta di una permanenza, dato che il dottor Romolo Cimini è stato confermato nel suo incarico che ha la sua sede principale a Castiglione dei Pepoli, svolgendo poi un servizio anche a San Benedetto Val di Sambro e Pian del Voglio. Marzabotto, Vergato, Camugnano, Gaggio Montano, Lizzano in Belvedere e Castel d’Aiano sono i comuni dei territori dove non vi sono state assegnazioni e in questo caso l’Ausl, per evitare la voragine ha sposato la strada delle soluzioni temporanee confermando il più possibile chi già c’era. E’ il caso di Lizzano dove il dottor Filippo Riccioni, storico e apprezzato medico di famiglia in tutta la valle dell’Alto Reno, che ha maturato i requisiti per la pensione, è stato prorogato di un altro anno per ‘mancanza di successiva copertura dei suoi assistiti’. I tempi lunghi della formazione di un medico del ruolo unico di Assistenza Primaria a ciclo di scelta, così viene ufficialmente definito il medico di famiglia, non consentono di avere forze nuove in tempi brevi e la Regione per provare a tamponare la situazione ha anche puntato sul potenziamento dell’assistenza di supporto fornita dalla vecchia guardia medica e dal nuovo Cau, il centro di assistenza e urgenza, ma anche in questo caso le cose non sono andate come preventivato.

Dei due posti preventivati, nessuno è stato assegnato e questo potrebbe comportare un ulteriore aggravio per per i nuovi medici di famiglia dato che l’ultima versione del contratto nazionale prevede che dal 2025 spetti a loro garantire il servizio della guardia medica di notte e nei giorni festivi qualora fossero scoperti per mancanza di personale. La questione preoccupa parecchio i cittadini anche perché ci sono paesi come quello di Marano, una frazione di Gaggio Montano, con più di 900 abitanti, dove è stata avviata una raccolta firme che si è trasformata in un plebiscito per la riapertura dell’ambulatorio che venne chiuso circa 12 anni fa e che da allora non è stato più riaperto. Con un’interrogazione la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti ha chiesto delucidazioni alla Giunta regionale su come intende muoversi in futuro per affrontare questa carenza.

"Nel programma del presidente dimissionario c’era il potenziamento della medicina territoriale – spiega Evangelisti – ma dopo quasi cinque anni, la situazione è preoccupante e attesta che poco e male si è fatto. Sopperire alla carenza di medici di base e, in generale, alla cronica mancanza di medici nel Servizio sanitario regionale dovrà essere la priorità del nuovo governo regionale, soprattutto in Appennino, dove le zone carenti sono rimaste tali e i medici o non vengono o vengono e poi abbandonano. Urgono soluzioni".