"Aspetti, ho appena acchiappato un mio alunno, ci sentiamo tra un po’". Ore 19.45, il maestro Olimpio Tullio è on line alla caccia dei suoi "20 meravigliosi bambini" della I A dell’elementare Viscardi. "Nessuno va lasciato indietro".
Lei è il maestro delle righe o dei quadretti?
"Sono il maestro della matita e dei quadrettoni che, per loro, sono come la pista dello Shuttle".
Se le dico didattica on line cosa risponde?
"Che la vera sfida è la connessione".
Non quindi il ‘fare scuola’?
"No, siamo maestri. Anche on line possiamo creare un ambiente favorevole all’apprendimento. Certo, la classe è irrinunciabile: averli lì di fronte è qualcosa di unico, oserei dire di magico".
On line?
"Ricorriamo a strumenti differenti, ma abbiamo sempre ben chiaro che, anche con un whatsapp, il bambino impara".
Il Coronavirus ha stravolto la scuola.
"Siamo entrati a gamba tesa nel multimediale, ora abbiamo un passo nuovo e i bambini apprendono un altro modo di lavorare e comunicare".
La connessione però è il buco nero.
"Alcune famiglie non siamo ancora riuscite a raggiungerle. Ma ci riusciremo, anche solo con una telefonata. Temo è che si crei una voragine tra chi ha i giga e chi no. Stiamo cercando una soluzione. La preside Filomena Massaro è molto creativa".
Come ha organizzato la sua I A virtuale?
"In 5 gruppi che contatto in video per mezz’ora. La prima lezione on line eravamo più emozionati noi dei bimbi: ‘Il maestro dentro al computer!’"
f. g. s.