Bologna, 24 aprile 2024 – Quattordici assoluzioni e 25 condanne con pene che vanno dai quattro ai sette mesi. Si chiude così, dopo 11 anni, il processo di primo grado nei confronti di 39 antagonisti che il 23 e il 27 maggio 2013 si resero protagonisti dei violenti scontri in piazza Verdi con la polizia. Polizia che fu accerchiata dai collettivi e costretta a ritirarsi dietro ai blindati, bersagliata da bottiglie e altri oggetti, poi incalzata dalle grida vittoriose dei manifestanti. Il collegio, presieduto dal giudice Massimiliano Cenni, ha accolto quindi in parte le richieste della Procura (il pm titolare del fascicolo è Stefano Dambruoso) che aveva chiesto condanne dagli otto mesi ai circa due anni e mezzo per l’unica accusa non ancora prescritta, ovvero la resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Tutte le altre contestazioni – lesioni a pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, accensioni pericolose e manifestazione non autorizzata – sono cadute ancor prima dell’inizio del processo, a fine 2021.
A tutti gli imputati sono state riconosciute le attenuanti generiche, mentre per la maggior parte è stata disposta la sospensione condizionale della pena. A eccezione di cinque persone, una delle quali ha chiesto e ottenuto, tramite il suo avvocato, di vedersi commutata la condanna a sei mesi in una multa di 1.260 euro. Due imputati, infine, dovranno pagare, rispettivamente, 300 e 500 euro di risarcimento ad altrettante parti civili. Tornando al maggio di undici anni fa, alla base dei violenti scontri ci furono i controlli anti-movida in zona universitaria da parte delle forze dell’ordine. Controlli ritenuti troppo duri dai collettivi che, a loro volta, dettero vita a una serie di manifestazioni e cortei. L’apice venne toccato il 27 maggio, in piazza Verdi, quando 40 tra agenti e carabinieri in tenuta antisommossa vennero accerchiati da oltre 250 manifestanti e costretti alla ritirata in largo Respighi a suon di assalti e bottigliate.
"Registriamo – così Amedeo Landino, segretario del Siulp – con profondo rammarico che a distanza di 11 anni, prendere di mira dei poliziotti e dei carabinieri con bottigliate, lancio di oggetti vari e mettere a repentaglio la loro incolumità durante il servizio di difesa della legalità e di regole di civile convivenza, non trova risposta convincente nelle valutazioni di quei comportamenti e violazione di norme". Duro anche il commento di Tonino Guglielmi del Sap: "Ennesimo schiaffo – le sue parole – ed ennesima umiliazione alle forze dell’ordine. Ci sono voluti 11 anni per essere umiliati per la seconda volta".