Bologna, 15 gennaio 2018 – La decisione arriverà entro qualche mese, forse già a primavera. Il centro Enea sul Brasimone, nel territorio di Castiglionde dei Pepoli, si è candidato al bando per la realizzazione del Dtt, ossia 'Divertor Tokamak Test', il nuovo centro europeo dedicato alla fusione nucleare. Una candidatura che vede schierarsi assieme le Regioni Emilia-Romagna e Toscana e che trova l'appoggio dei sindaci dell'Appennino.
Il bando Enea si chiuderà a fine gennaio e per la metà di marzo è atteso l'esito della gara. Il Brasimone se la gioca soprattutto con un altro centro Enea, quello di Frascati nel Lazio. Ma interessati a ospitare il Dtt sono anche Piemonte, Puglia, Liguria e Sardegna. Si tratta di un investimento da 500 milioni di euro, che a regime darà lavoro a 1.500 ricercatori e a 700 persone per la sola costruzione dell'impianto, con un indotto per il territorio di circa due miliardi di euro.
In caso di vittoria, la Regione Emilia-Romagna ha già previsto lo stanziamento di 25 milioni di euro in 7 anni per il progetto. Per provare a tirare la volata al Brasimone, il deputato Pd Gianluca Benamati oggi ha organizzato la visita al centro Enea del viceministro Teresa Bellanova. C'era anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola.
E i sindaci del territorio, sia bolognese che toscano, faranno la loro parte, assicurando che non ci saranno barricate contro l'eventuale arrivo del super-laboratorio europeo di ricerca sulla fusione nucleare. "Qui non ci saranno contestazioni. Altrove non so", ammicca il sindaco di Castiglione dei Pepoli, Maurizio Fabbri. "Negli anni '80 c'era anche molta contestazione, perché il nucleare faceva paura – aggiunge Mauro Brunetti, sindaco di Castel di Casio - ma le nostre amministrazioni hanno sempre collaborato con lo Stato. Queste popolazioni oggi meritano un occhio di riguardo, questa zona ha subito un'involuzione incredibile negli ultimi anni".