Un anno di inferno. Si sono conosciuti tra le fila del tifo della Virtus pallacanestro, dopo una breve relazione lui ha iniziato a perseguitarla non accettando la fine del rapporto e continuando a molestarla durante le partite durante gli appuntamenti organizzati con i sostenitori della Virtus. Un modus operandi e un copione da film dell’orrore, purtroppo, già visto e rivisto. Dal quale, fortunatamente, la ragazza è stata salvata in tempo prima che la vicenda prendesse piega violenta. Questo grazie all’intervento tempesivo dei carabinieri di via Indipendenza – coordinati dal luogotenente Di Gaetano –, che in soli otto giorni dalla denuncia presentanta dalla giovane hanno emesso per il 28enne italiano il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico, chiesta dal pm Michela Guidi ed emessa dal gip Alberto Ziroldi. "Un anno in cui la ragazza si è tristemente chiusa in sé stessa, nella vergogna e nel senso di smarrimento. Un grazie, oltre ai carabinieri, anche al suo straordinario gruppo di amici che le sono stati accanto", dice l’avvocato della ragazza, Chiara Rinaldi. Infiniti messaggi per chiedere incontri o ‘confronti’ e costante paura di ricevere violenza o che una sua denuncia potesse avere ripercussioni. "Inoltre – sottolinea Rinaldi – lui la trovava sempre nonostante lei l’avesse bloccata ovunque. Tant’è che ha smesso di frequentare l’ambiente virtus e si è privata di tante cose nel corso di questo anno terribile per lei, che finalmente vede uno spiraglio di luce". E poi c’è il record: "Penso che sia il primo caso in Italia che si risolve in così poco tempo. Una gestione del caso straordinaria, mi auguro che sia da esempio", chiude l’avvocato.
g.d.c