REDAZIONE BOLOGNA

Botte e violenze sessuali . Arrestato marito-padrone : "Bruciò la ex con l’accendino"

L’uomo, bengalese di 43 anni, avrebbe aggredito la donna anche davanti alla figlia. Avrebbe pure vietato alla consorte di farsi medicare, mentendo al loro medico.

Botte e violenze sessuali . Arrestato marito-padrone : "Bruciò la ex con l’accendino"

Botte, insulti, minacce e reiterate violenze sessuali. In un caso, l’aveva ustionata con l’accendino per bloccarla mentre cercava di chiamare i soccorsi dopo avere subito una violenza. Ed era capitato che certi atteggiamenti violenti avvenissero anche davanti alla loro figlioletta. Alla fine, la vittima di tanta brutalità, una trentenne indiana, ha trovato il coraggio di denunciare gli abusi ai carabinieri della Stazione Bologna Navile, raccontando anni di vessazioni. E dopo un anno di indagini serrate coordinate dal pm Michele Martorlelli, mercoledì i militari dell’Arma hanno arrestato il marito, un bengalese di 43 anni, residente in città, su disposizione del giudice Andrea Romito: ora, l’uomo dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

La donna si è infatti presentata in caserma a dicembre 2022, chiedendo aiuto perché non riusciva più ad andare avanti a causa del marito violento, con cui era sposata da una decina d’anni. Dal matrimonio era nata poi una bambina, che oggi ha otto anni, la quale in alcune circostanze aveva assistito ai soprusi del padre ai danni della madre, specialmente quando l’uomo tornava a casa ubriaco. Dopo i terribili racconti delle aggressioni subite nel corso degli anni dalla donna, tra insulti, minacce, strangolamenti e addirittura sette od otto violenze sessuali, immediatamente la Procura ha disposto l’attivazione del protocollo previsto dal Codice rosso e la donna e la bambina sono state affidate a una struttura protetta dei servizi sociali del Comune. La trentenne ha svelato come, temendo delle rappresaglie da parte del marito, che in una circostanza l’aveva appunto minacciata e poi bruciata con l’accendino per impedirle di chiedere aiuto dopo una violenza sessuale, avesse sempre cercato di evitare di rivolgersi al 118. Soltanto in un’occasione era stata costretta a presentarsi al medico di famiglia, a causa del dolore insopportabile alla schiena provocato dai pugni del marito. Ma il compagno l’aveva voluta accompagnare di persona in ambulatorio e, approfittando del fatto di essere l’unico dei due a parlare l’italiano, aveva raccontato al dottore che la moglie si era fatta male cadendo. Il quarantatreenne, dopo essere stato rintracciato dai militari dell’Arma, ora si trova detenuto nel carcere della Dozza.

f. o.