Parola d’ordine: generazione Z. Dal 2 al 5 febbraio, negli spazi di Dumbo torna Booming Contemporary Art Show, la creatura curata da Simona Gavioli e ‘facilitata’ da Doc Creativity. Quest’anno la kermesse potrebbe benissimo – come fa il mondo dell’arte affamato di neologismi – pronunciare la parola ‘ultra contemporaneo’, vantandosi anche un po’, ma alla fiera considerata collaterale a quella madre, interessano più i fatti. Ed ecco quindi, innanzitutto, declinare le 4 sezioni portanti al plurale con ‘z’ (sproutz, feminismz, 7 dayz for future e generationz) e poi introdurre gli artisti nati dal 1990 in poi, gli zoomer cresciuti tra crisi, precarietà e il sentimento di nuova concretezza che porta con sé la caduta di tante illusioni.
Nelle nicchie di cemento dell’ex deposito del Binario Centrale spicca Generation Trauma di Gvantsa Jishkariani, artista georgiana che si auto-presenta tramite la galleria The Why Not Gallery di Tblisi da lei fondata con un’interpretazione dissacrante ispirata alla scultura monumentale di matrice sovietica. Si incontrano i mondi popolati da creature mostruose di Bruno Fantelli, finalista al premio Cairo alla Cellar Contemporary, e le maschere deformate di Solomostry, l’attitudine performativa e fotografica di Zana Masombuka e nei lavori su tela di Margherita Paoletti, un solo show.
Candy Snake Gallery di Milano propone Naomi Gilon che si ispira alla fantascienza e al cinema horror e Margherita Mezzetti e Andrea Samory indagano la frammentazione dell’identità tra reale e virtuale.
Feminismz ha come nome di punta Letizia Battaglia di cui sono esposte immagini del progetto Corpo di donna, dall’archivio gestito da Crumb Gallery, tra i cui fondatori c’è Adriana Luperto che in All you can fuck riunisce 15 acquerelli in cui denuncia l’uso e l’abuso dei corpi nei bordelli tedeschi. Torna poi, per il terzo anno, la modenese D406 con una serie di chine su carta di grande formato di MadMeg dedicate alla serie I Patriarchi. E se Booming è popolata di artisti post 1990, anche i curatori sono della stessa generazione. Ma come prendersi cura del pubblico Z? Proponendo per loro un biglietto (che per tutti è a 10 euro) a 3 euro. Una bella iniziativa. "Prendiamo una posizione e sosteniamo la ribellione degli artisti che devono rendere la rivoluzione irresistibile – spiega Gavioli – perché per noi uguaglianza di genere, libertà di essere quel che si vuole, queerness, fluidità, sono un must".
Benedetta Cucci