REDAZIONE BOLOGNA

Bonus facciate, sequestro da 3,3 milioni a Bologna e Ferrara: “Lavori mai eseguiti”

Provvedimento preventivo sui crediti d’imposta di tre società, undici le denunce. L’ipotesi di reato? “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio e falsità in atti”

Operai edili al lavoro (foto di repertorio)

Bologna, 11 settembre 2023 – Oltre tre milioni di euro sequestrati, undici denunce e l’ipotesi dei reato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio e falsità in atti. I finanzieri del Comando Provinciale di Ferrara hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo, per circa 3,3 milioni in crediti d'imposta fittizi relativi al cosiddetto "bonus facciate" e a lavori mai eseguiti da aziende del settore edile.

Nel mirino tre società, una ferrarese e due bolognesi, coinvolte in un più ampio giro di compravendita illecita dei crediti connessi al rilancio del settore edile. Il decreto è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ferrara, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

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In particolare sono stati 11 i soggetti denunciati, tra cui un professionista. Le indagini svolte dai finanzieri del Gruppo di Ferrara, traggono origine dallo sviluppo di una segnalazione di operazioni sospette inviata dall'Ufficio di Informazione Finanziaria della Banca d'Italia in merito a "una anomala operatività registrata su conti correnti aperti dalle tre società, tutte riconducibili ad un soggetto ferrarese già gravato da numerosi precedenti anche di natura fiscale”. In particolare la segnalazione evidenziava che sui conti delle citate imprese, erano state “accreditate ingenti somme di denaro, in parte trasferite su banche estere, in assenza di una effettiva operatività delle società coinvolte, tutte risultate inattive da tempo”.

Le indagini

Attraverso la ricostruzione dei flussi finanziari e dei riscontri effettuati con le banche dati in uso al Corpo, gli investigatori delle Fiamme Gialle sono risaliti alla provenienza del denaro. I soldi accreditati sui conti derivavano da una “vorticosa attività truffaldina di circolazione di crediti d'imposta connessi al ‘bonus facciate’ generata da una società edile di Novara”.

La regia della truffa, secondo i finanzieri, è da attribuire ad uno studio professionale del trevigiano che per ragioni collegate allo svolgimento di pratiche di natura tributaria era venuto in possesso dei dati anagrafici di diverse persone. Sfruttando le generalità di 37 persone residenti nelle province di Treviso, Padova e Vicenza, lo studio ha inviato a loro insaputa le comunicazioni telematiche all'Agenzia delle Entrate per la cessione dei crediti d'imposta connessi a lavori di rifacimento delle facciate di edifici. Le attestazioni inviate erano ovviamente false e dovevano servire unicamente a creare il credito d'imposta per poi monetizzare i proventi dell'attività illecita attraverso la vendita degli stessi agli Istituti bancari interessati, con l'opzione dello sconto in fattura. Con tale stratagemma sono stati generati a favore dell'impresa novarese crediti di imposta fittizi per oltre 7 milioni di euro. Per portare a compimento il piano criminale ideato, la società di Novara, vista l'entità dei crediti vantati e per evitare il possibile blocco degli stessi, sia da parte dell'Agenzia delle Entrate e sia dalle banche, provvedeva a cederli a numerose imprese compiacenti con sede nelle province di Ferrara, Bologna, Padova, Mantova, Trieste, Verona e Venezia. Queste, una volta ricevuti i crediti nei propri cassetti fiscali, ne hanno monetizzato a stretto giro una parte, vendendoli a diverse filiali di un istituto bancario, per poi trasferire all'estero le somme incassate. Ma l'intervento degli investigatori ha permesso di bloccare la somma di 3,3 milioni di euro della quale si erano ingiustamente appropriate le due società bolognesi e la società ferrarese coinvolte nella truffa.