REDAZIONE BOLOGNA

Bonaccini: "Pd, basta salotti Non si vince solo a sinistra"

La ricetta del governatore: "Andiamo nelle strade, bisogna parlare con tutti". Oggi Letta, Schlein e Speranza presenteranno il simbolo della coalizione

Stefano Bonaccini contro gli "scienziati" che vorrebbero un Pd unicamente a sinistra: il governatore ieri li ha invitati a uscire dal "salotto" e misurarsi con il mondo reale. "Non dobbiamo lasciare la rappresentanza del riformismo a chicchessia", ha avvertito ieri Bonaccini, che ha già criticato Carlo Calenda per la scelta di rompere con dem. "Mi sento orgogliosamente un uomo di sinistra – ha precisato Bonaccini –, ma non ho nostalgia del Pds o dei Ds, e convintamente contribuii a fondare il Pd come casa dei democratici, dei progressisti e dei riformisti, per unire culture e sensibilità differenti, con l’ambizione di conquistare anche nuovi elettori o recuperare chi ci aveva abbandonato". Un Pd e un centrosinistra "mai contro qualcuno, ma per qualcosa. Di fronte ad una destra così poco liberale e così tanto sovranista, diamoci da fare, allora. Per l’Italia e per i nostri figli, innanzitutto".

La sferzata del governatore dell’Emilia-Romagna, che con il suo ‘modello’ elettorale (senza i Cinque Stelle) a inizio 2020 sconfisse il centrodestra a trazione Salvini alle Regionali, è diretta a chi volta il suo sguardo solo da una parte. "Leggo che qualcuno ritiene che la funzione del Pd dovrebbe essere quella di rappresentare la sola sinistra – ha argomentato il governatore –. Fosse stato per tali scienziati non avremmo vinto le Regionali, né in città come Piacenza, Cento, Rimini o Riccione. Se alle elezioni del 2020 in Emilia-Romagna abbiamo vinto quando tutti ci davano sconfitti, e successivamente siamo l’unica regione in cui Pd e centrosinistra hanno prevalso in cinque capoluoghi su cinque – al primo turno Bologna, Ravenna e Rimini un anno fa, di recente a Piacenza, strappandola alla destra a casa loro, e a Parma dopo ben 25 anni di opposizione – e riconquistato anche grandi Comuni come Imola, Cento, Cattolica, Vignola, Budrio, Riccione, è perché ci siamo presentati con un centrosinistra rinnovato, plurale e civico. Sapendo parlare largo, conquistando voti anche da elettori di altri schieramenti".

Insomma, per Bonaccini invece "che teorizzare strategie e soluzioni da un piedistallo" occorre "girare e frequentare i territori, incontrare ed ascoltare le persone, a partire dai loro problemi e le loro inquietudini, sapere cosa sia una impresa o una partita Iva, andare a parlare con chi lavora in fabbrica o con gli studenti delle scuole e delle università, così come occuparsi anche delle periferie o dei luoghi lontani dalle città, dove spesso chi ci vive, studia o lavora si sente meno considerato rispetto a chi si trova nelle città. Si chiama ‘mondo reale’ – ha concluso il governatore – da conoscere e affrontare, non ‘mondo virtuale’ da commentare, magari seduti in salotto". Un Bonaccini quasi ‘da congresso’, che forse, sussura qualcuno, già starebbe gettando le basi per la lunga fase riorganizzativa che potrebbe affrontare il Pd dopo l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre. Ieri su Twitter c’è stato il rimbrotto dell’ex deputato dem Marco Miccoli: "Ingenerose le parole di Bonaccini, senza gli antifascisti e le sardine non avrebbe vinto in Emilia-Romagna". Oggi intanto Elly Schlein, Roberto Speranza ed Enrico Letta presenteranno il simbolo della coalizione di centrosinistra.

Paolo Rosato