REDAZIONE BOLOGNA

Bologna in zona arancione scuro: scuole chiuse per 2 settimane

Ecco l'ordinanza della Città metropolitana. "Da lunedì 1 marzo tutti in Dad e stop agli spostamenti da sabato 27 febbraio"

Bologna rischia di finire in zona arancione scuro

Bologna rischia di finire in zona arancione scuro

Bologna, 25 febbraio 2021 - Anche per Bologna (città e provincia) arriva la zona ‘arancione scuro’ come per dieci comuni del Circondario imolese e quattro confinanti in provincia di Ravenna. Dopo il boom di contagi che nel mese di febbraio è stato pari al 16%, la Regione deciso per la firma dell'ordinanza in cui istituisce la zona arancione scuro fino al 14 marzo. Ad anticiparlo con un post su Facebook era stato il sindaco di Anzola Emilia Giampiero Veronesi, che è anche consigliere delegato della Città metropolitana. La decisione è stata presa dopo che l'Ausl di Bologna ha registrato il record di contagi dall'inizio pandemia: 672 nuovi casi in un giorno. A comunicare questo numero è stato Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Santià Pubblica dell’azienda sanitaria. Poi in serata Bonaccini su Facebook ha aggiunto alcune precisazioni. 

L'aggiornamento Bologna arancione scuro: scuole, spostamenti e sport. La guida ai divieti

Comuni dell'Emilia Romagna arancione scuro: quali sono

Bonaccini in serata spiega l'ordinanza

"Domani firmerò una nuova ordinanza per estendere a tutti i comuni della Città Metropolitana di Bologna - annuncia Bonaccini con un post -, d’intesa con i sindaci, la zona arancione scura, già in vigore nei 10 comuni dell’imolese e nei 4 confinanti del ravennate. Nell'area bolognese nelle ultime settimane i casi positivi stanno crescendo a un tasso quasi tre volte superiore alla media nazionale. Il virus viaggia soprattutto tra giovani e giovanissimi. Anche i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva crescono. Dunque, le nuove misure sono indispensabili, soprattutto di fronte a varianti del virus che comportano una diffusione più estesa e più veloce".

"Oggi ero a Roma per confrontarmi con il Governo sulle nuove misure  - aggiunge il governatore sul suo profilo Facebook - che saranno adottate e per chiedere che vengano riconosciuti con urgenza i congedi parentali: non si possono lasciare le famiglie con figli piccoli senza risposte. Le risposte ricevute su questo punto sono positive, così come le misure di indennità che si stanno preparando con il prossimo decreto ristori. Stiamo affrontando l'inizio della terza ondata: non possiamo mollare ora, nel momento in cui stiamo mettendo tutto il nostro impegno per accelerare la campagna vaccinale, indispensabile per battere questo terribile virus".

Il sindaco Merola: "Fermare una curva che preoccupa"

Ora è "necessario fermare una curva che preoccupa" e "invertire una tendenza che porterebbe una pressione eccessiva sulle strutture sanitarie". Così il sindaco di Bologna, Virginio Merola, motiva la decisione di passare l'intera area metropolitana in zona arancione scuro, assunta oggi insieme ai sindaci del territorio e alla Regione. Un provvedimento che determina il ritorno alla didattica a distanza al 100% per le scuole elementari, medie e superiori e anche per l'Università, spiega il sindaco. Anche per questo "al Governo chiediamo di introdurre i congedi straordinari per i genitori. E sappiamo che ci sarebbe una disponibilità in tal senso", afferma Merola. Che poi lancia un appello a tutti i bolognesi. "Ai cittadini chiedo di limitare il più possibile gli spostamenti - dice il sindaco - di muoversi nel rispetto dell'ordinanza che vieta di andare in altre case, da parenti o amici, se non per casi di necessità, di tornare ad andare a far la spesa un solo componente per famiglia. E' un provvedimento limitato nel tempo che siamo convinti darà risultati e chiedo di affrontarlo con lo spirito di responsabilità che la grandissima maggioranza dei cittadini ha avuto fino ad adesso. Le vaccinazioni stanno proseguendo e rappresentano la vera via d'uscita dall'emergenza sanitaria. Ma adesso è necessario fermare una curva che preoccupa"

Crescita esponenziale dei contagi nelle ultime 3 settimane

Nel mese di febbraio l’incremento dei casi è stato del 16%, con un tasso standardizzato per 100mila abitanti del 340.3 (contro quello italiano di 140), cresciuto in modo esponenziale. In particolare, nella settimana dall’1 al 7 febbraio si sono registrati 200 casi per 100mila abitanti, saliti in quella successiva (8-14 febbraio) a 253, per arrivare a 340 casi ogni 100mila abitanti nella settimana dal 15 al 21 febbraio, con la variante inglese predominante nel territorio.

Anche sul fronte delle strutture ospedaliere, la situazione registra una crescente pressione: se l’11 febbraio erano 556 i pazienti ricoverati nella rete ospedaliera metropolitana, la settimana successiva sono passati a 646, per arrivare a 754 di oggi

Zona arancione rafforzata: le regole e cosa si può fare - Il bollettino regionale di oggi

"Da sabato 27 febbraio - si legge nel comunicato della Regione -, si estende a tutta la Città Metropolitana di Bologna, e quindi ai comuni che ne fanno parte, la zona arancione scuro in vigore da oggi nell’Imolese. Vi rimarrà fino al 14 marzo. Arriverà domani la nuova ordinanza che lo prevede, a firma del presidente della Regione, analoga a quella sui 14 comuni dell’Ausl di Imola e i confinanti in provincia di Ravenna. L’obiettivo è lo stesso: arginare la diffusione del virus, a tutela della salute dei cittadini, in un’area peraltro molto vasta e densamente abitata".

La decisione è stata presa oggi pomeriggio nella video-riunione fra tutti i sindaci della Città metropolitana di Bologna, insieme a Regione e Ausl di Bologna. Il provvedimento è più restrittivo rispetto alle misure nazionali in vigore per la zona arancione in cui è collocata tutta l’Emilia-Romagna dal 21 febbraio scorso, ed è dettato dalle indicazioni medico-scientifiche che evidenziano una situazione di criticità, con l’andamento del contagio in costante crescita anche nelle scuole.

Scuola in Dad dal 1 marzo, in presenza solo i servizi educativi 0-3 e le scuole d'infanzia

Le restrizioni introdotte sono le stesse previste dall’ordinanza in vigore nei comuni dell’Imolese: no agli spostamenti, anche all’interno del proprio comune, e anche per visite a parenti e amici, se non per motivi di salute, lavoro e comprovate necessità, e limitazioni alle lezioni in presenza, sul modello di ciò che in sostanza avviene in zona rossa. Da lunedì 1 marzo, quindi, l’attività didattica si svolgerà esclusivamente a distanza per tutte le scuole di ogni ordine e grado e per l’Università (saranno ricompresi anche i corsi dell’Ateneo di Bologna a Imola), mentre rimarrà in presenza per i servizi educativi 0-3 e le scuole d’infanzia. Non vengono invece sospese le attività economiche, nei limiti delle regole consentite in fascia arancione, comprese quelle per i servizi alla persona.

"Siamo al terzo picco con tendenza destinata a rafforzarsi per le varianti"

“Anche in questo caso, insieme ai sindaci, e sulla base delle indicazioni delle autorità sanitarie, interveniamo per fermare la diffusione del contagio in un’area nella quale la situazione stava diventando critica - sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini -. Siamo in presenza del terzo picco dell’epidemia, con dati epidemiologici in progressivo peggioramento. Una tendenza, secondo gli esperti, destinata a rafforzarsi, a causa della presenza di nuove varianti del virus, molto più veloci nei contagi. Servono quindi nuove misure restrittive. Ancora una volta occorre assumere una decisione che pesa, che ricade su tante persone e comunità, provate da mesi durissimi, ma non potevamo rimanere fermi rispetto a quanto sta accadendo. Interveniamo a tutela della collettività, pur comprendendo bene lo sforzo e i sacrifici che chiediamo ai cittadini, a partire dagli studenti e dalle loro famiglie”. 

"Quando si parla di un'ondata rispetto a un'altra sembra quasi che il virus non circoli tra una e l'altra - aveva sottolineato Donini in mattinata - In realtà questo è un terzo picco di una pandemia che è ancora lì da un anno, che non è mai stata debellata". Quanto all'aumento di incidenza di casi nelle ultime settimane, in particolare nel Bolognese, questo per l'assessore potrebbe essere il frutto della "coincidenza della cosiddetta 'zona gialla', di un sistema di restrizioni più blando, e di una presenza di una mutazione genetica del virus". Ora, aveva detto Donini, "per noi è un inedito" perché la regione nel suo complesso è in zona arancione ma per la prima volta in contemporanea con la circolazione della variante inglese: "Quindi dobbiamo capire se queste misure sono sufficienti per addolcire, fermare e ridurre la curva oppure se serva, come abbiamo fatto per esempio nel circondario imolese, a livello locale, con un tasso di incidenza particolarmente elevato, adottare ulteriori misure di contenimento. Lo abbiamo fatto per il circondario imolese, lo stiamo valutando ovviamente anche per la Città metropolitana bolognese".

"Non possiamo arrenderci ora"

“Assieme ai sindaci e all’azienda sanitaria siamo al loro fianco, pronti a fare tutto il necessario per fronteggiare questa difficile fase, che si aggiunge a difficoltà e sofferenze pesanti. E raccogliendo proprio l’appello dei sindaci, abbiamo già avviato un’interlocuzione con il Governo, con l’ultimo confronto avuto nel pomeriggio, per chiedere che vengano riconosciuti con urgenza i congedi parentali, perché siamo consapevoli di quanto gravi sulle famiglie la sospensione dell’attività didattica in presenza. Non possiamo però nella maniera più assoluta arrenderci adesso, nel momento in cui stiamo lavorando all’estensione e all’accelerazione della campagna vaccinale, lo strumento per sconfiggere la pandemia che prima non avevamo. Rispettiamo tutti le regole - chiudono Bonaccini e Donini -, un ulteriore esercizio di responsabilità per quello che potrebbe davvero essere l’ultimo sforzo da portare a termine”.

Incontro Bonaccini-Franco: "Chiesti ristori subito"

E in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, ha incontrato nella sede del dicastero il ministro dell'Economia Daniele Franco. L'occasione ha consentito l'esame di alcune priorità che nel breve e nel medio periodo comporteranno un'intensa attività di collaborazione tra le Regioni e il Governo. "Si è trattato di un primo confronto, in attesa di ulteriori approfondimenti con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - ha detto Bonaccini - e ho riscontrato un'estrema attenzione e una particolare sensibilità da parte del ministro su molti dei temi trattati, a partire dalle spese sostenute nel 2020 dalle Regioni per far fronte all'emergenza da Covid-19". "E' stato un incontro costruttivo - ha aggiunto - soprattutto per quel che riguarda le iniziative che il Governo dovrà intraprendere con il prossimo decreto ristori rispetto al quale ho avuto modo di sottolineare al ministro l'esigenza di un'adozione contestuale e tempestiva delle misure di ristoro per ogni provvedimento restrittivo adottato d'intesa con il ministro della salute, nonché la necessità di azioni di sostegno e la previsione di specifici congedi parentali".

Bordon (Ausl Bologna): "La classe d'età tra gli 11 e i 13 anni ha registrato i più alti livelli di contagio"

“Maggiori restrizioni alla circolazione delle persone per limitare la diffusione del virus e proteggere, in particolare, le classi di età che in questo momento registrano i dati più alti di diffusione del contagio e, contemporaneamente mettere in sicurezza la rete ospedaliera. Sono le tre direttrici principali - ha commentato Paolo Bordon, Direttore Generale dell’Azienda Usl di Bologna - che, dal punto di vista sanitario, motivano l’ordinanza regionale che ha previsto, da sabato 27 febbraio, il passaggio dell’area della Città Metropolitana di Bologna dalla zona arancione a quella arancione scuro. L’andamento della pandemia ha fatto registrare, nella settimana tra il 15 e il 21 febbraio, una incidenza di 340 casi ogni 100 mila abitanti, con una crescita costante osservata dall’inizio del mese, che si era aperto con un tasso di 200 casi ogni 100 mila abitanti. In questo quadro, la classe di età che maggiormente ha registrato i più alti livelli di contagio è quella compresa tra 11 e 13 anni, con un tasso di incidenza di 535 casi ogni 100 mila persone".

"Mancano posti letto Covid"

"La proiezione di questi dati, elaborata dal gruppo di esperti dell’Università di Bologna, presenta scenari che, a seconda delle limitazioni agli spostamenti dei cittadini, prevedono nelle prossime settimane una occupazione di letti ospedalieri dedicati al Covid 19 che oscilla da un minimo di 800 (scenario arancione scuro) ad un massimo di 1.000 (scenario arancione), a fronte di una dotazione odierna di 646. Per mantenere attive la cura e l’assistenza a tutte le patologie - conclude Bordon - oltre ad aumentare la dotazione di letti Covid, è più che opportuno quindi limitare la diffusione del virus”.

L'entrata in zona arancione scuro della Città metropolitana di Bologna era stata anticipata via Facebook da Veronesi, sindaco di Anzola Emilia e consigliere della Città metropolitana: "A seguito della riunione urgente convocata oggi dal sindaco metropolitano Virginio Merola - aveva scritto sul social -  comunico a tutti i miei concittadini che si è deciso di istituire la zona arancione scuro per tutti i Comuni della Città metropolitana". Il provvedimento, spiega ancora Veronesi, "decorrerà da lunedi' 1 marzo per le scuole e dal 27 febbraio per tutto il resto".

I comuni della Città Metropolitana in arancione scuro oltre a quelli dell'Imolese

Bologna, Alto Reno Terme, Anzola dell'Emilia, Argelato, Baricella, Bentivoglio, Budrio, Calderara di Reno, Camugnano, Casalecchio di Reno, Castel d'Aiano, Castel di Casio, Castel Maggiore, Castello d'Argile, Castenaso, Castiglione dei Pepoli, Crevalcore, Gaggio Montano, Galliera, Granarolo dell'Emilia, Grizzana Morandi, Lizzano in Belvedere, Loiano, Malalbergo, Marzabotto, Minerbio, Molinella, Monghidoro, Monte San Pietro, Monterenzio, Monzuno, Mordano, Ozzano dell'Emilia, Pianoro, Pieve di Cento, Sala Bolognese, San Benedetto Val di Sambro, San Giorgio di Piano, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro di Savena, San Pietro in Casale, Sant'Agata Bolognese, Sasso Marconi, Valsamoggia, Vergato e Zola Predosa.

Ecco le nuove regole

Negozi ed esercizi commeciali: restano consentite le attività economiche, comprese quelle di servizio alla persona, permesse nelle zone arancioni del Paese.

Smart working I datori di lavoro pubblici sono tenuti a limitare la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza fisica, anche in ragione della gestione dell'emergenza; il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in smart working.  

Spostamenti vietati Per quanto riguarda gli spostamenti, sono vietati sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi. L’eccezione è per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità (come acquisto di beni) o motivi di salute. Non si potrà quindi uscire dal proprio comune, anche se di popolazione inferiore a 5.000 abitanti (come ora previsto e disciplinato per le zone rosse dall’articolo 2 del Decreto legge numero 15 del 23 febbraio scorso): resta la possibilità di recarsi in quelli limitrofi, ma solo per particolari necessità, come ad esempio per l’acquisto di prodotti che nel proprio comune sono introvabili.

Visite a parenti e amici  e seconde case vietate E’ esclusa anche la possibilità di effettuare visite a parenti e amici una volta al giorno, anche all’interno del proprio comune, o recarsi nelle seconde case, salvo situazioni di necessità. Rimane sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza e la possibilità per gli studenti di frequentare le lezioni in presenza, ove previste, se la scuola ha sede in un comune non compreso tra quelli soggetti a restrizione: potranno ovviamente andare e tornare.

Scuola in Dad per tutti Per la scuola, si stabilisce lo svolgimento in presenza delle sole attività dei Servizi educativi 0-3 anni e Scuole dell’Infanzia, mentre le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado si svolgeranno a distanza al 100%. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata - come previsto anche dallo specifico decreto (7 agosto 2020) e successiva ordinanza (9 ottobre 2020) del Ministro dell’Istruzione.  Lezioni esclusivamente a distanza, sempre da lunedì, anche per l’Università.

Sport In ambito sportivo, sono sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, così come l’attività sportiva svolta nei centri sportivi all’aperto. Resta consentito lo svolgimento di attività sportiva solo in forma individuale ed esclusivamente all’aperto. Possibile svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie.

Mostre e musei chiusi Sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, ad eccezione delle biblioteche dove i relativi servizi sono offerti su prenotazione e degli archivi, fermo restando il rispetto delle misure di contenimento dell'emergenza epidemica.   

Attività di tracciamento e sorveglianza

Come nel caso del precedente provvedimento, viene rafforzata ulteriormente l’attività di sorveglianza e tracciamento. Sono applicate tutte le misure indicate nella circolare ministeriale del 31 gennaio scorso, tra cui l’impiego del test molecolare nella sorveglianza dei contatti stretti e a basso rischio e la chiusura della quarantena a 14 giorni con test molecolare; inoltre, non potrà essere interrotto l’isolamento del caso confermato dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi ma dovrà proseguire fino all’effettuazione di un test molecolare con risultato negativo. L’Ausl Bologna potrà assumere, in accordo con i Comuni interessati dall’ordinanza regionale, ogni opportuna ulteriore azione ritenuta necessaria, in caso di modifica della situazione epidemiologica. 

Boom di contagi

Il territorio metropolitano ha infatti fatto registrare oggi 672 casi di positività, il massimo nell’arco dell’intera emergenza scoppiata esattamente un anno fa. Il picco precedente era stato di 620 casi in un solo giorno. Per questo, oggi pomeriggio, si è tenuto un vertice in Regione tra la giunta guidata da Stefano Bonaccini, i vertici dell’Ausl, la Città Metropolitana e il Comune per decidere il da farsi.

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Confermato lo stop alla vendita di alcol dopo le 18

Il Sindaco di Bologna Virginio Merola ha comunque deciso di confermare l’ordinanza che vieta agli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto del centro storico la vendita di bevande alcoliche dalle 18 alle 6 del giorno successivo. L’ordinanza è stata firmata e resterà in vigore da domani, venerdì 26 febbraio 2021, fino a martedì 6 aprile 2021.

Ausl: aumentano i focolai a scuola

Intanto Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Santià Pubblica dell’azienda sanitaria, ha affrontato il problema già questa mattina durante una commissione consiliare a Palazzo d’Accursio. "Aumenta il numero di focolai nelle scuole di Bologna, più alle elementari che alle superiori". Ma rispetto alla popolazione complessiva, l'impatto del virus nelle scuole è minore. E lo dimostrano i dati dei tamponi. "Il tasso di positività non è molto alto - conferma Pandolfi - il 5,6% tra gli studenti e il 5,1% tra gli insegnanti", mentre va oltre il 10% nella popolazione generale.

Resta però che nelle prime tre settimane di febbraio ci sono 89 focolai attivi nelle scuole, "rispetto agli 86 del periodo più critico di novembre", spiega Pandolfi. In questo ultimo mese il maggior numero di focolai è alle elementari: 29 contro gli 11 di novembre, il numero più alto tra tutti gli ordini di scuola. Ai nidi i focolai sono 13, alle materne 17, stesso numero alle medie e 11 alle superiori, a dimostrazione che la didattica in presenza al 50% "ha avuto effetti positivi", sottolinea Pandolfi. A febbraio inoltre sono stati messi in quarantena 2.455 studenti in tutto, contro i 1.500 di novembre. 

A conti fatti, dunque, rispetto al periodo più critico dell'epidemia nelle scuole prima di Natale, "abbiamo più focolai e più quarantene, ma meno casi - sottolinea Pandolfi - significa che il sistema di sorveglianza ha retto. Ma i focolai sono molti e questo ci preoccupa perché per noi diventa difficile garantire il tracciamento. Ci stiamo attrezzando per avere più personale, perché temiamo aumenti molto importanti".