di Paolo Rosato
Bologna Welcome potrebbe diventare una fondazione, e passare sotto il controllo diretto del Comune. E’ uno scenario che è molto di più di una suggestione, perché sul ’cambio di casacca’ della società che cura la destinazione turistica di Bologna e del suo territorio metropolitano tanto si sta muovendo. Da diverse settimane. A voler chiudere questa trasformazione, secondo quanto raccolto dal Carlino Bologna, sarebbe principalmente Palazzo d’Accursio, che vedrebbe per l’anno prossimo un’operazione snella e un futuro per BW in ’stile Fondazione Innovazione Urbana’: Bologna Welcome diventerebbe un’entità più o meno della stessa natura e arriverebbe a racchiudere nel suo mandato il redditizio trinomio del rilancio turistico post-Covid bolognese: sport, cultura e turismo. Tutto nella pancia del Comune, proprio nel momento in cui tante città italiane stanno prendendo informazioni per replicare l’esperienza vincente di Bologna Welcome, com’è ora: esterna, ma fortemente radicata sul territorio e diretta da professionisti del settore.
Parliamo di una società, nata per iniziativa della Camera di Commercio, presieduta da Giovanni Trombetti (owner dell’Hotel Savoia Regency e dalla vicina Country House) e che ha tra i suoi soci Bologna Fiere, l’aeroporto Marconi, Confcommercio-Ascom, Federalberghi Bologna, Confartigianato Bologna, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola Impresa Associativa Provincia di Bologna, Legacoop Bologna, Confesercenti e Confcoop Bologna. Un patto saldo, che potrebbe a questo punto sciogliersi per far diventare Bologna Welcome qualcos’altro. I soci sono d’accordo? Secondo quanto trapela, tutto sarebbe ancora in discussione, non sarebbero da escludere malumori. Esiste il tema, davanti agli occhi, di un Comune di Bologna più accentratore che in passato, di fatto quest’operazione seguirebbe il già corposo spoil-system messo in campo dal sindaco Matteo Lepore per le partecipate. Esistono poi altri due temi. Uno è quello del bando per la gestione della destinazione turistica, che porrebbe alcuni problemi data la partecipazione in solitaria di BW e che quindi sarebbe giusto, secondo l’amministrazione, superare. L’altro è quello dei dipendenti di Bologna Welcome, in tutto una cinquantina: che succederà ai loro contratti se da una società si passerà a una Fondazione creata dal Comune? Dettagli non indifferenti, che entro fine anno dovranno essere chiariti. L’obiettivo del Comune sarebbe quello di inglobare Bologna Welcome entro l’inizio del 2023. Servono però gli ok delle tanti parti in causa.
Sta crescendo, intanto, il peso a Bologna della Fondazione Innovazione Urbana. Nata a fine 2017 dalle ceneri dell’Urban Center, la ’Fiu’ negli anni ha visto aumentare in maniera considerevole i finanziamenti dal Comune. Ecco i numeri che vengono fuori dalle interrogazioni di Fratelli d’Italia e Lega: tra consulenze e sovvenzioni si è passati dai 468.598 euro del 2018 a 1 milione 153.972 euro dal primo gennaio al 15 luglio 2022. In pratica, per metà 2022 ha già ricevuto quasi tutto il contributo del 2021 (1.241.888). Cosa fa ’Fiu’? Di tutto, principalmente incarna la cifra partecipativa dell’amministrazione Lepore. Tram, Case di Quartiere, Scuole di Quartiere, bilancio partecipativo, in ultimo anche il patto con il Terzo Settore che ha fatto arrabbiare i sindacati ("assente un adeguato confronto"). Le opposizioni chiedono trasparenza. "I trasferimenti che ‘Fiu’ riceve dal Comune sono ingenti: il contributo annuo è appena lievitato da 300mila a 500mila euro – sottolinea la consigliera Manuela Zuntini (Fd’I) –. Con tali fondi viene pagata una pletora di consulenti esterni per portare avanti progetti di comunicazione o partecipazione, la cui effettiva utilità rimane da valutare e che potrebbero essere svolti con modalità meno onerose, anche perché spesso ricalcano attività già svolte dallo staff di comunicazione del sindaco. Tra caro-bollette e inflazione, la giunta dovrebbe porre maggiore attenzione a come spende i soldi dei cittadini". "In barba alla convenzione che prevede un contributo annuo di 300mila euro, Lepore – attacca Francesca Scarano (Lega) – trasferisce contributi ben più alti per progetti che potrebbero essere svolti dai dipendenti comunali, riconoscendo loro dei premi di risultato. La sinistra non si occupa più dei lavoratori, questo è un esempio".