di Rosalba Carbutti
Per Matteo Lepore Bologna è tutto. Lo dice da mesi, senza tentennamenti. Deciso ad arrivare al traguardo: Palazzo d’Accursio. Per questo, oggi, lancerà lo slogan della sua candidatura: "Bologna tutta la vita". Una svolta, politica, che è soprattutto una promessa: "Non mi candido a sindaco perché punto a Roma o a progetti politici nazionali di partito o di corrente. Non sarà un trampolino di lancio".
Assessore, sicuro di poter mantenere la promessa anche per il futuro?
"Bologna è la città dove sono nato: ho fatto l’assessore per nove anni e non mi sono mai candidato a nient’altro. Vorrei essere un sindaco di strada: Bologna non può e non deve essere un trofeo da mettere nelle bacheche di Renzi, Salvini o della Meloni".
Oggi lancerà la sua rete di sostenitori: ’Incontra Bologna’, via web. Come funzionerà questo movimento?
"Donne e uomini, circa 2mila persone, hanno deciso di aderire alla proposta che ho fatto, dopo 220 eventi online, dividendo la città in 90 zone per tentare di mantenere il concetto di prossimità, nonostante la pandemia".
Ma chi sono questi militanti che la sostengono?
"Hanno aderito persone di tutte le età, non iscritte ad alcun partito. Tantissimi i giovani, molti ventenni. Un gruppo, i primi che si sono iscritti, hanno contattato coloro che si sono proposti. Da qui parte la mia campagna elettorale da sindaco di strada. E oggi presenterò le proposte sulle quattro svolte del mio manifesto della città: sanità e servizi sociali; nidi e scuola per tutti; svolta ambientale; salvare il lavoro".
Saranno i cardini della sua campagna elettorale?
"Sto costruendo la fabbrica del programma e i volontari metteranno a disposizione le loro competenze su questo, coinvolgendo altre persone per vincere al primo turno. È un progetto per tutto il centrosinistra. Ne parlerò stamattina, alle 11.30, sulla mia pagina Facebook. E mi collegherò dalla Bolognina, dal bar Kinotto nel parco del Dopolavoro ferroviario".
Uno dei temi caldi, è il lavoro. Ieri ha attaccato l’esecutivo Draghi sui ristori...
"Il governo sta facendo bene sui vaccini, ma su commercio, turismo e ristorazione sta sbagliando. I ristori sono un’elemosina. Serve un Comune da combattimento. Migliaia d’imprese a fine aprile rischiano di chiudere, ma non possiamo perdere neanche una partita Iva. Serve un bazooka di risorse".
Poi c’è l’ambiente. E il Passante rischia di essere un tema spinoso tra Pd e sinistra...
"Il nodo autostradale di Bologna va risolto in maniera definitivo. Ora si sta discutendo il progetto finale che deve puntare sulla qualità ambientale e dell’infrastruttura. In ogni caso, è ora di un piano Marshall ambientale: potremmo avere un miliardo di euro da investire, tra risorse nazionali e comunali, per rendere la città più bella. Penso ai Prati di Caprara: il Piano urbanistico è scaduto, quindi starà al prossimo sindaco riqualificare l’area. E per il futuro vedo sei nuovi grandi parchi urbani e sei piazze pedonali nei quartieri sul modello di Barcellona".
Si va verso primarie di coalizione. E ora c’è anche Isabella Conti. Una variabile che scombina le carte Pd?
"Io e Isabella abbiamo gestito insieme l’occupazione del Galvani: è una persona a cui voglio bene. L’ho chiamata e le ho detto con franchezza che ha sbagliato a farsi candidare da Renzi. La rispetto, qualunque scelta farà. Ma credo che il confronto tra noi sarà su temi e contenuti".
Sfida a tre con Conti e Aitini. Crede che siano troppo due candidati dem?
"Il mio impegno è partito a settembre, quando ho presentato il mio manifesto, in piena autonomia, in mare aperto. Si sono alzati anche alcuni scudi, ma oggi in tanti si sono uniti al mio progetto. Che siano primarie o no, dobbiamo iniziare la campagna elettorale per battere le destre".
C’è poi il tema delle alleanze...
"Stiamo costruendo un centrosinistra largo, interloquendo coi 5 stelle. E un ruolo importante ce l’hanno la sinistra, gli ecologisti e il mondo moderato. Vanno poi chiarite le ambiguità di Italia Viva che deve decidere se sta col centrosinistra o no. Qui e nelle altre città al voto".
E le Sardine?
"Sono nate a Bologna e come alle Regionali credo debbano fare parte di una grande mobilitazione popolare".
Resta aperto il tema femminile: nelle grandi città non si sono candidate del Pd.
"A Bologna abbiamo una vicesindaca, una giunta paritaria, e più donne elette in consiglio comunale. Le donne devono impegnarsi, come già fanno. Non mi piace quando c’è chi, come Renzi, le strumentalizza".