Il Pantheon della Certosa a stento è riuscito a contenere i presenti. Ieri mattina erano un migliaio le persone che hanno voluto salutare, per un’ultima dolorosa volta, Simone Farinelli, il ventenne rimasto vittima dell’alluvione in Val di Zena. Simone è stato travolto dalla piena del Rio Laurenzano mentre si trovava in auto con il fratello, Andrea, sopravvissuto per miracolo. Tanti amici, tanti compagni del liceo Arcangeli sui cui muri, martedì, è apparsa una scritta in ricordo del ventenne. Tantissimi anche i cittadini di Ozzano, dove Simone e il fratello vivevano con i nonni, e di Pianoro, dove Simone ha incontrato un tragico destino e dove vive la madre con il compagno. La bara, al suo arrivo, è stata circondata da corone e mazzi di fiori portati da amici e concittadini della famiglia di Farinelli. Presenti alla cerimonia funebre anche le istituzioni: il sindaco metropolitano Matteo Lepore, il sindaco di Pianoro Luca Vecchiettini – che ha già in mente di creare un murales dedicato al ventenne sulla facciata del Centro Civico di Botteghino di Zocca – e quello di Ozzano, Luca Lelli. Sia a Pianoro che a Ozzano, ieri, era anche stato istituito il lutto cittadino.
Così Lepore: "La fascia tricolore con cui noi sindaci siamo qui oggi ha un doppio significato: da un lato perché la famiglia ha invitato le istituzioni ed è giusto che siamo qui in questo momento di comunità in cui tutti ci uniamo per ideare un progetto attorno a Simone. Dall’altro, la fascia tricolore ha anche il significato di un’assunzione di responsabilità perché quello che è successo a Simone è una cosa grave che tocca la vita di tutti, ma riguarda in particolar modo la presa di responsabilità delle istituzioni".
Gli ha fatto eco, con voce commossa, il sindaco Vecchiettini che conosce personalmente la famiglia: "Questa tragedia deve far sì che si ricordi Simone costruendo qualcosa di bello. Tante iniziative in mente: oltre al murales c’è quella di dedicargli un torneo di basket, sport di cui era grande appassionato". Presenti anche i rappresentanti di tutti i mondi che Simone amava e di cui faceva parte: il rettore dell’Alma Mater e la direttrice dell’Accademia di Belle Arti – i cui studi il ventenne avrebbe dovuto iniziare lunedì – e i rappresentanti della Cineteca, del Mambo e della Virtus.