ZOE PEDERZINI
Cronaca

Bologna, odissea sanitaria. Lascia il pronto soccorso dopo sei ore di attesa. Muore all’ingresso del Cau

L’uomo, 85 anni, aveva forti dolori allo stomaco. Spazientito, se n’è andato. Ma la situazione è degenerata ed è spirato mentre faceva l’accettazione. Si era infatti recato a Budrio, in una delle nuove contestate strutture d’emergenza .

Per Cau si intende centri di assistenza urgenza. Nati da poche settimane in Emilia Romagna, ce ne saranno 30 per fine anno. In teoria dovrebbero accogliere i codici bianchi e verdi (casi meno gravi): un meccanismo da rodare

Per Cau si intende centri di assistenza urgenza. Nati da poche settimane in Emilia Romagna, ce ne saranno 30 per fine anno. In teoria dovrebbero accogliere i codici bianchi e verdi (casi meno gravi): un meccanismo da rodare

Bologna, 17 dicembre 2023 – Si presenta al pronto soccorso con forti dolori alla bocca dello stomaco. Codice verde. Si mette in attesa, e dopo sei ore decide di andare a casa, ma i dolori continuano, senza sosta.

Si reca allora al nuovo Centro di assistenza urgenza di Budrio dove muore, davanti all’accettazione, per un arresto cardiaco. La morte dell’85enne Gianluigi Boni poteva essere evitata al ps o se qualcuno avesse capito che l’anziano forse non aveva un banale mal di pancia ma un preludio di arresto cardiaco? E poi: si può far aspettare a un anziano così tanto per un controllo al pronto soccorso?

I fatti si sono svolti a Bologna. Per provare a fare chiarezza sulla vicenda c’è una nota congiunta dell’Ausl e del policlinico che ripercorre gli accessi di Boni nelle strutture sanitarie pubbliche bolognesi, tra capoluogo e provincia.

"L’accesso al ps dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna è avvento alle 23.47 del 13 dicembre. Il signore è giunto in ps in ambulanza, riferendo dolore gastrico e reflusso. I parametri vitali rilevati al triage sono risultati nella norma. L’elettrocardiogramma eseguito dagli operatori del 118 e immediatamente trasmesso alla Cardiologia era negativo per eventi acuti, così come quello eseguito dagli operatori di ps. Il dolore riferito dal paziente era di intensità medio-bassa. Al momento della rivalutazione al mattino il paziente si era già allontanato spontaneamente. Un operatore ha allora contattato il recapito telefonico rilasciato sincerandosi delle condizioni del paziente".

L’uomo se n’è andato dopo sei ore. Poi la nota prosegue: "Alle 23.35 del 15 dicembre il paziente ha chiamato la guardia medica, riferendo il persistere della sintomatologia e gli hanno suggerito l’attivazione del 118. Il paziente si è recato al Cau di Budrio, dedicato ad accogliere i casi di bassa complessità. Giunto insieme alla figlia poco dopo l’1 di notte del 16 dicembre per la persistenza di dolore epigastrico, il paziente ha perso conoscenza durante la registrazione dei dati all’accettazione".

Nulla ha salvato Boni, neanche le manovre di rianimazione e l’Ausl comunica che farà un’indagine del caso, come di prassi.

Dura la risposta della politica locale. Così Marta Evangelisti, capogruppo in Regione di FdI: "Serve una riflessione delle istituzioni sul funzionamento di queste nuove strutture che, come dimostrato, non pare alleggeriscano i pronto soccorso al cui interno l’attesa è sempre lunga". La Lega (con Daniele Marchetti) attacca: "Tutti i cau dovrebbero sorgere accanto ai Pronto Soccorso". Duro anche il sindacato nazionale autonomo medici italiani: "Il problema dei Pronto Soccorso sottodimensionati di certo non può risolversi con inanità palliative quali sono oggi i Cau. Se i pronto soccorso non hanno posti letto, vanno aumentati i posti letto, se i pronto soccorso non hanno abbastanza spazi e personale questi vanno aumentati, così come il personale, correttamente pagato e meglio trattato".