e Paolo Rosato
Si è tentato il disgelo, ieri, tra ministero dei Trasporti e Palazzo d’Accursio. La videochiamata tra il ministro Matteo Salvini (Lega) e il suo staff e il sindaco Matteo Lepore (Pd) è stata "positiva", ha detto il primo cittadino, e di fatto ha partorito una nuova fase votata alla collaborazione sulla battaglia della Città 30, il provvedimento che ha esteso al 70% del territorio comunale bolognese il nuovo limite, l’andamento lento che ha acceso il fuoco della polemica politica. Bologna non si ferma, il ministero nemmeno. Però, almeno per ora, si andrà avanti – da una parte – con il confronto tra Anci e ministero per cesellare la Direttiva ufficiale, che non è stata ancora emanata e che circola già. Dall’altra parte c’è il viceministro ai Trasporti, il bolognese Galeazzo Bignami (FdI), che ha invece riattivato i tizzoni ("Pronti a disapplicare l’ordinanza di Bologna) dopo la call del disgelo tra Porta Pia e piazza Maggiore. Insomma, lo scontro non è sepolto.
"Le precisazioni della Direttiva sono coerenti con il percorso che stiamo facendo, quindi Bologna Città 30 prosegue e le ordinanze sono vigenti – ha detto ieri Lepore dopo aver parlato con Salvini –. Ci siamo presi l’impegno di monitorare l’andamento, di osservare quale sarà l’impatto e quali eventuali correzioni, anche sulla base dei dati scientifici che ci saranno nei prossimi mesi e delle osservazioni dei cittadini. E condivideremo con il ministero tutte queste decisioni". Insomma, "Bologna Città 30 può proseguire. Siamo disponibili al confronto strada per strada". In ghiacchio, per ora, l’ipotesi di un ricorso al Tar contro la Direttiva. "Dev’essere ancora emanata e c’è un confronto in sede Anci, mi sembrerebbe sbagliato minacciare un ricorso". Bignami, invece, lancia un aut aut: "Bologna dovrà adeguarsi alla Direttiva. Trattative per ritoccare solo in parte il provvedimento? Non siamo i correttori di bozze di Lepore". Tradotto: "Se Bologna non seguirà le regole, faremo un provvedimento ad hoc. Il rischio è che eventuali multe possano essere impugnate, con conseguente danno erariale per il Comune", picchia il viceministro. Risponde a tono, l’assessore ai Cantieri di Bologna, Massimo Bugani: "Bignami è rimasto con un pugno di mosche in mano. E con il ministero si aprirà una fase di confronto".
Ma cosa dice la Direttiva già semi-ufficiale? "Qualsiasi fissazione generalizzata di limiti di velocità nel contesto urbano risulta di per sé arbitraria, in quanto la regolazione della circolazione stradale deve essere operata in maniera capillare, in ragione delle caratteristiche di ciascuna strada o tratto di strada", è uno dei passaggi del testo. Secondo il Mit, la ponderazione dei limiti di velocità deve essere valutata non solo rispetto all’innalzamento del limite massimo di velocità da 50 a 70, ma anche rispetto all’introduzione di limiti massimi inferiori ai 50, nella consapevolezza che l’imposizione generalizzata di limiti di velocità eccessivamente ridotti potrebbe causare intralcio alla circolazione e, conseguentemente, "risultare pregiudizievole" sotto il profilo ambientale, nonché dell’ordinata regolazione del traffico, creando "ingorghi e code" stradali.