Dopo quasi 80 anni da quel 5 maggio 1946 è cosa ardua elencare le nuove forme di scommesse che negli ultimi tempi hanno visto 30 milioni di italiani spendere quasi 100 miliardi di euro. Quando Bologna, nel Duecento, era una città ricca e in pieno sviluppo, era frequente il gioco d’azzardo, rappresentato soprattutto dal gioco dei dadi (foto). Il Comune iniziò una vera e propria guerra contro i giocatori d’azzardo. Finiva che i giocatori cambiavano spesso il luogo di ritrovo beffando la polizia. Nella lotta avviata dal Comune non era estranea una motivazione religiosa: il gioco d’azzardo provocava danni all’anima essendo (quando il giocatore perdeva) causa di bestemmie, per tacere delle violenze che, per rabbia, commetteva su moglie e figli. (segue)
Marco Poli