
Bologna com’era: l’uso improprio di immagini sacre in città
I proprietari di case che avevano fatto dipingere sui muri esterni un crocifisso (foto) o altra immagine sacra non erano spinti da uno slancio religioso, ma dall’obiettivo di usarli come deterrente per respingere i malintenzionati che volevano "soddisfare i loro corporali bisogni" sui loro muri. Non fu una moda passeggera: proseguì anche nel Seicento, segno che l’idea si era rivelata di una qualche efficacia, dando i risultati sperati. La Curia bolognese, tuttavia, prima si insospettì, poi si indignò: i cardinali Giacomo Boncompagni e Prospero Lambertini firmarono editti severissimi nei quali si ordinava di "toglier via le Croci dai luoghi immondi" e che nessuno "osi dipingerle nelle estremità dei muri ad intendimento d’impedire alla gente di orinare". Ma la pratica di dipingere Croci proseguì anche nell’Ottocento… (segue)
Marco Poli