REDAZIONE BOLOGNA

Bologna com’era: il matrimonio di Teresa Gnudi e il duca di Valmy

Il generale Kellermann e Teresa Gnudi ottennero l'annullamento del matrimonio con il conte Aldrovandi a Parigi, ma il loro successivo matrimonio fu annullato dopo un lungo contenzioso giudiziario. La coppia si trasferì a Bologna, dove nacquero tre figli dichiarati illegittimi. Il destino successivo della coppia è sconosciuto, mentre il conte Aldrovandi si rifugiò a Villa Camaldoli.

Il generale Kellermann e Teresa Gnudi ottennero l'annullamento del matrimonio con il conte Aldrovandi a Parigi, ma il loro successivo matrimonio fu annullato dopo un lungo contenzioso giudiziario. La coppia si trasferì a Bologna, dove nacquero tre figli dichiarati illegittimi. Il destino successivo della coppia è sconosciuto, mentre il conte Aldrovandi si rifugiò a Villa Camaldoli.

Il generale Kellermann e Teresa Gnudi ottennero l'annullamento del matrimonio con il conte Aldrovandi a Parigi, ma il loro successivo matrimonio fu annullato dopo un lungo contenzioso giudiziario. La coppia si trasferì a Bologna, dove nacquero tre figli dichiarati illegittimi. Il destino successivo della coppia è sconosciuto, mentre il conte Aldrovandi si rifugiò a Villa Camaldoli.

Nell’ottobre 1800 il generale Kellermann e Teresa Gnudi ottennero a Parigi l’annullamento del matrimonio col conte Filippo Aldrovandi: poco dopo, sempre a Parigi, si sposarono. Ne derivò un contenzioso giudiziario lungo e complesso che si concluse con l’annullamento del loro matrimonio. Intanto erano nati tre figli (poi dichiarati illegittimi) e la coppia si era trasferita Bologna nella villa Valmy (via Bencivenni, 68, foto), così chiamata in onore del generale; in realtà quella villa fu la residenza estiva dei Lambertini poi acquistata da Antonio Gnudi e rimasta di proprietà del tesoriere pontificio fin quando non fu acquistata dalla famiglia Benelli nel 1887. Del futuro della coppia non si sa nulla, mentre della reazione del conte Aldrovandi si sa che abbandonò il suo palazzo di via Galliera per rifugiarsi nella villa Camaldoli (Villa Mazzacorati, via Toscana). (segue)

Marco Poli