Nel Quattrocento l’assetto dell’Università di Bologna (foto) cambiò radicalmente: i docenti divennero dipendenti del Comune che stabilì il loro stipendio pagato con i proventi della tassa della ’Gabella grossa’, cioè l’introito dei dazi sugli scambi commerciali. Decisi i compensi minimi e massimi, fu fissato a 46 il numero delle cattedre. Una vera e propria rivoluzione che ribaltava 350 anni di attività e poneva l’Università sotto il controllo del Comune. In linea di principio furono eliminati i docenti stranieri salvo alcune eccezioni; e fu concesso ai nobili di poter insegnare. Nel 1607 avvenne un fatto nuovo e storico: il primo iscritto proveniente dal continente scoperto da Cristoforo Colombo. Per la verità già dal 1595 era stata prevista negli statuti la presenza della ’Nazione degli Indiani’, cioè degli studenti provenienti dal ’nuovo mondo’, le Americhe. (segue)
Marco Poli