![Nel 1860, all’alba del Regno d’Italia, era ministro della Pubblica Istruzione Terenzio Mamiani (foto), cugino di Giacomo Leopardi, che approvò... Nel 1860, all’alba del Regno d’Italia, era ministro della Pubblica Istruzione Terenzio Mamiani (foto), cugino di Giacomo Leopardi, che approvò...](https://www.ilrestodelcarlino.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/Y2EwMTBlNTQtNDI2Mi00/0/bologna-comera-carducci-chiamato-come-docente.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Nel 1860, all’alba del Regno d’Italia, era ministro della Pubblica Istruzione Terenzio Mamiani (foto), cugino di Giacomo Leopardi, che approvò...
Nel 1860, all’alba del Regno d’Italia, era ministro della Pubblica Istruzione Terenzio Mamiani (foto), cugino di Giacomo Leopardi, che approvò i nuovi programmi scolastici mantenendo l’insegnamento della religione cattolica; pensò, quindi, al rinnovo delle università italiane. La gloriosa Università di Bologna, nel 1860, aveva 300 iscritti e un assetto un po’ napoleonico, con le facoltà umanistiche sottostimate, e un po’ pontificio per la presenza della Facoltà di Teologia: il ministro Mamiani, massone, decise la chiusura della Facoltà di Teologia. Per potenziare le facoltà umanistiche il 26 settembre 1860 nominò docenti il giovane Giosuè Carducci al posto di mons. Golfieri, che aveva rifiutato il giuramento al Re d’Italia, e il latinista Giovanni Battista Gandino. Il 10 novembre Carducci giunse a Bologna e alloggiò per 10 giorni nella Locanda Aquila Nera in via Calcavinazzi.
Marco Poli