Bologna, 25 dicembre 2024 – Bologna, una città sempre più giovane. Nonostante l’Italia sia caratterizzata da decenni da una problematica fragilità demografica, riflesso del calo della natalità e della fecondità e conseguenza del calo della popolazione giovanile (-24,5% in trent’anni), la città metropolitana di Bologna si distingue per una crescita del 13,2% nella fascia d’età 0-24 anni. È forse questo il dato più significativo – benché, come si vedrà, non l’unico a segno positivo – che emerge sulla città dal report dell’Istat ’I giovani nelle città metropolitane: la fragilità dei percorsi educativi nei contesti urbani’.
Nel particolare, a trainare questa crescita è soprattutto l’aumento significativo di bambini e ragazzi fino a 14 anni, anche se si registra una riduzione nella fascia 15-24 anni. Un segnale che dimostra che Bologna non è solo una meta e polo attrattivo per studenti universitari, ma anche un luogo che le famiglie scelgono per risiedere stabilmente. Questo incremento della popolazione giovanile fa della Dotta una vera eccezione tra le città metropolitane, in cui la percentuale di giovani (22,6%) è solo leggermente superiore alla media nazionale (22,1%), ma in continua diminuzione rispetto al 1993, quando si aveva un giovane ogni tre persone.
Nel Mezzogiorno, inoltre, città come Napoli, Catania e Palermo mostrano ancora una maggiore incidenza di giovani, ma il loro numero è in forte diminuzione, con riduzioni fino al 45,3% nella città metropolitana di Cagliari. Come sottolinea l’Istat, “il calo del numero dei giovani residenti con età fino a 24 anni nell’ultimo trentennio è frutto di una dinamica naturale negativa della popolazione autoctona, compensata parzialmente dai flussi migratori dall’estero”.
Tuttavia, nell’ultimo decennio, anche i flussi migratori non sono stati sufficienti a bilanciare il calo delle nascite. Il risultato? Una popolazione sempre più sbilanciata verso le età più adulte, un vero problema poiché i giovani rappresentano “il fulcro per progettare lo sviluppo e la crescita di un Paese in cui la società e l’economia siano coese, inclusive e sostenibili”.
Un altro aspetto in cui Bologna si distingue è l’incidenza dei giovani residenti in situazioni di convivenza organizzata. Con 12,5 giovani ogni mille abitanti, tra i comuni capoluogo svetta ancora una volta quello emiliano, ben al di sopra della media italiana (3,5 per mille). Come spiega il demografo bolognese Gianluigi Bovini, “nel linguaggio statistico con il termine ’convivenza’ si intende la residenza in istituti assistenziali, case famiglia, caserme, conventi e altre forme di convivenza organizzata. Questo dato è spiegato dal fatto che a Bologna c’è una maggiore presenza di minori stranieri non accompagnati ospitati negli istituti di carattere assistenziale proprio perché non hanno una famiglia alle spalle. È un tema ormai ben noto”, illustra l’esperto.
A livello nazionale, l’82% di questi giovani è costituito da stranieri, un dato che evidenzia una maggiore fragilità sociale in questo particolare segmento di popolazione. Tirando le somme, sotto le Due Torri, almeno in parte, si riesce a contrastare la crisi demografica che colpisce il resto dell’Italia, confermando la città come un territorio dinamico, accogliente e attrattivo per le nuove generazioni.