Bologna, 9 gennaio 2024 – Pochi minuti dopo le 10 inizia la prova in strada (video). Da via della Cooperazione, il furgone bianco si sposta su via dell’Arcoveggio, dove scatta la zona 30. L’obiettivo è simulare l’intervento su chiamata di un tecnico riparatore di caldaie, per capire come le nuove dinamiche di una Bologna che rallenta sempre più possano influire sulla quotidiana attività di un’azienda. In questo caso la Diolaiti, associata di Cna, che ha organizzato la simulazione. "Vogliamo renderci conto di quanto la nuova viabilità impatti sulla vita e sul lavoro", puntualizza Alessandro Diolaiti, che è anche vicepresidente di Cna.
Neanche il tempo di regolare l’andatura sui 30 chilometri orari (da notare come il ‘cruise control’, cioè il controllo velocità, non permetta di impostare il tetto automatico a 30 chilometri orari) che subito si crea una coda di auto impazienti. L’aspetto più preoccupante è la totale mancanza di rispetto nei confronti della distanza di sicurezza: la velocità di marcia rallentata, infatti, sembra spingere gli altri guidatori a esercitare una sorta di pressing quasi calcistico.
Ai lati della strada compaiono i nuovi banner ("Più piano, più sicuro") e i ‘bolloni’ con il 30 stampato sopra, mentre superata via dell’Arcoveggio si arriva in via Fioravanti. Qui il traffico inizia a essere più sostenuto e, una volta svoltato su via de’ Carracci, c’è chi perde davvero la pazienza: una macchina sorpassa il furgone targato Diolaiti invadendo completamente la corsia ciclabile a lato della carreggiata. Dopo il sottopasso di via Zanardi, si arriva in via Casarini e, anche qui, rispettare i limiti di velocità sembra più una colpa che una virtù. Un motorino esasperato accelera e, superato il furgone, si lascia andare anche a un colpo di clacson.
Il mezzo della Diolaiti arriva a destinazione: la prima tappa è in via Andrea Costa, zona residenziale dove gli interventi sono all’ordine del giorno. "Qui veniamo spesso – racconta Luca, impiantista –, ma di solito si impiegano 15 o 20 minuti, traffico permettendo, e non tre quarti d’ora come oggi". È l’orologio a segnalare uno dei primi biglietti da visita della Città 30: le tempistiche sono dilazionate.
Tra le vie Andrea Costa e Saragozza, si nota subito una giungla di cartelli che non può lasciare indifferente un bolognese alla guida. Si tratta delle vecchie indicazioni per la zona 30, quella già attiva (prima del 1° luglio 2023) nel manipolo di strade tra le due arterie. Il qui pro quo viene da sé: il furgone si immette in via Saragozza, dove subito si staglia il ‘bollone’ dei 30 all’ora. Poi, però, svoltando a destra per proseguire su una delle stradine laterali, si incontra un altro cartello di inizio zona 30. Eppure i limiti erano e restano gli stessi. Non solo: appena prima di arrivare su via Andrea Costa, compare un altro cartello, questa volta di fine zona 30. Sembra quasi che svoltando in direzione viali, il limite dei 30 all’ora non sia più valido. "È davvero un labirinto", commenta Diolaiti durante il tragitto.
Il percorso prosegue verso le mura, nel tentativo di simulare un secondo intervento e toccare con mano il centro storico a 30 all’ora: il ‘gate’ è in piazza VII Settembre, ma proseguendo verso il PalaDozza tornano a risuonare i clacson. E, a dirla tutta, parte anche qualche ‘nome’. In centro, uno dei problemi che affligge i tecnici chiamati per un intervento riguarda soprattutto i parcheggi: non ci sono.
"Si potrebbe pensare di rendere accessibili gli stalli per i residenti anche a noi impiantisti", ragiona Diolaiti. Il tour si avvia verso la conclusione e poco prima di arrivare a destinazione, in via dell’Arcoveggio, mantenendo pedissequamente i 30 all’ora un taxi sorpassa e suona rumorosamente il clacson. È la Bologna del 2024, dove chi rispetta il codice della strada sembra passare dalla parte del torto.