Bologna, 12 marzo 2016 – In polemica con la mostra sulla street art che apre il 18 marzo a Palazzo Pepoli (VIDEO), il noto artista dei graffiti Blu, senigalliese, sta cancellando (VIDEO) tutte le sue opere in città (FOTO).
Il sito www.wumingfoundation.com racconta l’opera di cancellazione: «A dare una mano a Blu ci sono gli occupanti di due centri sociali – XM24 e Crash – che non a caso si trovano lungo la direttrice del canale Navile, là dove ogni forma di partecipazione reale è morta sotto il peso di fallimentari progetti edilizi di riqualificazione e di strumentali emergenze come quelle contro i campi nomadi».
L’ira contro la mostra sulla street art monta perché «questa mostra sdogana e imbelletta l’accaparramento dei disegni degli street artist, con grande gioia dei collezionisti senza scrupoli e dei commercianti di opere rubate alle strade».
Intanto, gli attivisti del Laboratorio Crash scrivono sul web : "Siamo stati denunciati mentre aiutavamo Blu a cancellare le sue opere. La riflessione a caldo e a margine della cancellazione delle opere di Blu che stiamo facendo anche noi in questo ore - hanno detto - è: quanto sa essere sciocco il potere quando ci si impegna? Siamo stati denunciati dalla polizia mentre cancellavamo l'opera di Blu. E con questa ci conquistiamo la denuncia più stravagante e imbecille dell'anno".
LE REAZIONI - Gli assessori Matteo Lepore e Amelia Frascaroli stanno con Blu: "Musealizzare la creatività nel presente credo non sia la scelta giusta per la nostra città- commenta Lepore -. Credo che con questo urlo, peraltro non da solo, Blu voglia dirci quanto per lui sia stato grave organizzare questa mostra in queste modalità senza coinvolgere la comunità degli artisti".
"Blu ci insegna che la bellezza non è mai scontata: non si compra e non si vende - dice la Frascaroli -, Blu ha dato Blu ha tolto: è una grande perdita per Bologna".
Media il sindaco Virginio Merola: "Le scelte che riguardano l'arte non possono essere divise a priori tra giuste e sbagliate: Blu è un artista e come tale ha risposto, attraverso il suo linguaggio, per protestare contro l'iniziativa culturale promossa da Genus Bononiae. Cercare la ragione e il torto in questi casi è un esercizio inutile e non mi interessa schierarmi con nessuno".