Bologna, 15 agosto 2024 – Le storie quotidiane con la mamma Concetta, pubblicate sul suo profilo Instagram da 100.000 follower @umarells (perché è proprio lui che ha reso celebre la figura dell’anziano bolognese che guarda i cantieri), sono diventate un grande conforto. Danno speranza a migliaia di persone che vivono accanto a un famigliare affetto da demenza senile.
Questa pratica, con la registrazione dei brevi video e dei dialoghi madre-figlio, è però stata benefica anche per la mamma in clinica: Concetta, 94 anni a settembre, è molto migliorata, Danilo Masotti, figlio unico, classe 1968, ha il cuore più sereno e sente di stare componendo un grande archivio di memoria che si porterà nel futuro, per avere Concetta sempre vicina. I video sono pubblicati anche su YouTube, “Memorie perdute - Mia mamma, la demenza senile, io”.
Danilo Masotti, aveva previsto tutto questo?
“No! È nato tutto per caso, quando alla fine delle restrizioni dovute al Covid, ho rivisto mia mamma. Per mesi non avevo potuto farle visita nella struttura e così al nostro primo incontro ho pensato che sarebbe stato bello, anche per fissarlo nella memoria, filmare quello che avveniva”.
Le persone hanno bisogno di sentire che non sono sole nel dramma?
“Certamente questi video sono stati un modo per parlare con un linguaggio empatico, di un problema schivato da moltissimi. In questi anni ho notato che si è creato tra me e mia mamma, un rapporto stretto, forse perché racconto che ci può essere una relazione nuova, un prendersi cura speciale e anche leggero, di un famigliare che si ammala. E certamente riconosco che la mia generazione non si è trovata pronta ad affrontare certe cose, io ho imparato tanto dopo che mi ci sono trovato”.
Lei è definito caregiver, ma mi pare invece che sia semplicemente un figlio che va a trovare spesso la sua mamma, il che non è scontato.
“Sì, si fa un po’ di confusione. Sono stato caregiver all’inizio, quando è iniziata la malattia. Quando però arrivi al punto che a casa diventa impossibile una situazione grave e di cura estrema, allora è il caso di rivolgersi a una struttura. Dopo, però, non è che abbandoni il famigliare e te ne freghi, ecco”.
C’è sempre un po’ di tristezza e disagio ad entrare in una struttura per visitare i famigliari?
“Succede molto spesso che ci si senta a disagio, che vedendo una persona poco reattiva si pensa sia triste e ci si intristisce, ma io penso che si debba cercare di capire che l’incontro fa bene anche a te. Perché se vedi che in quell’ora riesci a portare un piccolo conforto, allora è un trionfo”.
Concetta ride spesso, anche prima di ammalarsi era una persona allegra o è lei che la fa ridere?
“Lei è sempre stata una persona allegra, ha sempre avuto un carattere buono e ancora è così… poi è chiaro che ci sono i giorni no. Ma ecco, in maniera paradossale, tutto quello che c’era prima che arrivasse la demenza senile, viene fuori ora. Se prima sopportava delle persone, ora dice chiaramente che non le sopporta. Non ha più filtri. Però, ad esempio, parla bene di mia moglie e dei miei figli, il che significa che ha un bel ricordo, non fingeva”.
La riconosce sempre?
“A volte sì, a volte no. Che mi riconosca o non mi riconosca, però, che io sia il marito o il figlio, lei riconosce una figura di cui fidarsi e in cui trova affetto sincero. Poi adoro il fatto che quando faccio le battute lei rida, di fondo capisce l’ironia”.