Bologna, 27 novembre 2024 – Il processo a Bio-On si è appena chiuso, in primo grado. Marco Astorri, ex presidente e fondatore, è stato condannato a 5 anni e due mesi, a fronte dei 10 chiesti dalla Procura. È stato assolto dalle accuse di bancarotta per distrazione e tentato ricorso abusivo al credito, condannato per manipolazione del mercato e bancarotta impropria (in parte riqualificata in falso in bilancio). Così il suo ruolo nel crac di Bio-On, di cui Astorri era stato leader e ’volto’, è parso ridimensionato dai giudici, che gli hanno comminato una condanna non troppo distante da quelle di altri imputati con ruoli meno di spicco.
Professor Tommaso Guerini, difensore di Marco Astorri, cosa ci dice questa decisione?
"Una premessa: intuire le motivazioni da questo dispositivo è come cercare di risolvere un puzzle partendo da una manciata di tessere. Mi pare però che sia stata respinta la tesi per cui Bio-On fosse una realtà priva di valore, un castello di carte messo in piedi solo per truffare i risparmiatori. Lo evinco dalle pene, tutto sommato miti se rapportate a contestazioni che si basavano sul modello dell’impresa criminale. E l’assoluzione sui due capi puramente fallimentari dimostra che questo è sempre stato, come da noi sostenuto, un processo per falso in bilancio".
La condanna però resta.
"Non c’è dubbio che il ’primo tempo’ di questa partita sia andato alla Procura. Ma mancano due gradi di giudizio, in cui i giudici potranno godere anche di una maggior distanza temporale dai fatti. Mille e 600 parti civili e la legittima, ma fortissima attenzione mediatica, hanno avuto un peso nella vicenda".
Dopo la sentenza Gabriele Grego, guida del fondo speculativo Quintessential da cui iniziò la fine di Bio-On, con il report che la definì "Parmalat a Bologna", ha esultato. Astorri, per contro, l’ha definito ’pirata della finanza’, che ha affossato la sua azienda per tornaconto. Come vi ponete?
"Marco Astorri ha il pregio della coerenza: dice oggi ciò che ha sostenuto dal giorno dell’attacco di Qcm. All’epoca querelò Grego per manipolazione del mercato e insider trading, ma la Procura archiviò riqualificando il fatto in diffamazione. Quanto a Grego, aspetterei le motivazioni prima di proclamarmi ancora una volta Robin Hood: la sua testimonianza fece emergere più ombre che luci. Astorri finora non ha intrapreso azioni legali contro di lui, per rispetto nei confronti del tribunale, ma ora le cose sono cambiate".
Astorri è stato condannato anche all’interdizione dall’esercizio o dirigenza di attività commerciali per cinque anni: la pena non è esecutiva, poiché la sentenza non è definitiva, ma cosa farà lui ora?
"È un uomo libero e presunto innocente, al momento senza vincoli giuridici. Certo, questi ultimi anni non gli verranno restituiti ed è ancora imputato in un processo complesso, ma resta un inguaribile ottimista".
Bio-On, però, è fallita. Venduta all’asta per 20 milioni. Non una cifra da nulla, no?
"Il Tribunale delle Imprese che autorizzò quattro anni di esercizio provvisorio e i curatori fallimentari che valutarono l’azienda 90 milioni, 20 in più dei debiti che aveva al momento del fallimento, non l’hanno ritenuta un barattolo pieno d’aria. Mio grande rammarico è che se nel 2019 la Procura, pur conducendo doverosamente le proprie indagini, avesse lasciato al tribunale un margine d’azione, le cose sarebbero andate diversamente.A mio avviso le scelte dei pm si sono basate su una visione della criminalità d’impresa che non tiene conto del valore sociale dell’attività di impresa, che deve essere sempre salvaguardata, dove possibile. Qui lo era: i sequestri, revocati già in udienza preliminare, hanno privato i soci della possibilità di sostenere l’azienda come si erano impegnati a fare. Ora sono io a fare una domanda a lei: ne è valsa la pena?"