Udienza senza esclusione di colpi: ieri, al processo su Bio On, l’ex colosso delle bioplastiche fallito nel 2019, è comparso come testimone, della difesa peraltro, Gabriele Grego, guida del fondo d’investimento Quintessential. Dal suo report, pubblicato nell’estate 2019 e in cui definì l’azienda "castello di carte" e "nuova Parmalat", partirono le indagini culminate nel blitz della Finanza e nel processo per il crac con nove imputati, tra cui il presidente Marco Astorri, difeso dal professor Tommaso Guerini.
Grego, di fronte al fuoco di fila della difesa – oltre che del professor Guerini, che l’ha definito "testimone ostile", dell’avvocato Luigi Panella, per l’ex numero due Guido Cicognani –, non ha vacillato. Come il precedente teste, il revisore Maurizio Salom, incaricato da Quintessential di valutare i bilanci di Bio On, parere su cui si basa gran parte del report, ha negato vi fossero conflitti d’interesse (anche se Salom aveva incarichi in Novamont, ritenuta concorrente di Bio On) e scopi speculatori. Anzi: l’obiettivo sarebbe stato nobile, "non abbassare il prezzo del titolo", che in Borsa sfiorava il miliardo e mezzo, "ma sopperire a un’asimmetria informativa, pericolosa per gli investitori medi". Resta il fatto che quell’operazione, che azzerò gli investimenti dei piccoli risparmiatori, a Grego fruttò 5 milioni.
E agli avvocati che suggeriscono una narrazione "di parte", amplificata ad hoc, dice: "Mi sono basato su dati pubblici". E dà alla Corte una lista dei 16 esperti che avrebbe coinvolto nell’analisi.
f. o.