REDAZIONE BOLOGNA

Bimbo morto a Bologna, lutto cittadino per i funerali di Gianlorenzo Manchisi

Saranno celebrati da Zuppi martedì 12 in San Giuseppe Cottolengo, prima la camera ardente in Certosa. Ci sarà anche Merola

I rilievi dei carabinieri sul carro. A destra il piccolo Gianlorenzo

Bologna, 8 marzo 2019 - Sarà lutto cittadino martedì 12 marzo, il giorno dei funerali di Gianlorenzo Manchisi, il bimbo di 2 anni e mezzo morto mercoledì dopo essere caduto ed essere stato travolto da un carro di carnevale. La messa dell'addio al picoclo di 2 anni e mezzo saranno celebrati dall'arcivescovo Matteo Zuppi martedì 12 marzo. Lo fa sapere la famiglia, che conferma anche la presenza in chiesa di Virginio Merola. Il sindaco ha così voluto accogliere le decine di sollecitazioni arrivare in Comune - anche tramite i social - di proclamare una giornata di lutto cittadino, a testimoniare quanto la comunità bolognese si stata partecipe di questa tragedia.

Martedì 12, dalle 13 alle 15 sarà allestita la camera ardente presso il Pantheon della Certosa, alle 15.15 le esequie nella chiesa di San Giuseppe Cottolengo in via Marzabotto 12. Alle 17 ci sarà la tumulazione al cimitero della Certosa. 

Intanto, proseguono le indagini per capire come sia potuta accadere una tragedia simile.  Quel carro, collaudato e certificato come previsto dalla normativa, era davvero sicuro? È questo il nodo dell’approfondimento tecnico che la pm Beatrice Ronchi ha delegato alla sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo dei carabinieri.

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Sul carro sono già state fatte tutte le misurazioni del caso (video), mentre già mercoledì i carabinieri della stazione Indipendenza avevano acquisito la documentazione. Da un primo esame è emerso che il carro era stato regolarmente collaudato e certificato da un ingegnere, così come previsto dalla circolare 17082 del ministero dell’Interno del 2009. Ma proprio nella norma di riferimento (decreto ministeriale 18 maggio 2007) si anniderebbe l’aspetto più controverso, ossia la totale assenza di indicazioni precise in termini di misure e dimensioni, per esempio, delle paratie di protezione.

Non sembra, invece, essere al momento oggetto di approfondimento il continuo sali e scendi dai vari carri notato da diversi partecipanti. «Quando è salito sul carro il bimbo era in braccio alla mamma, perché da solo non sarebbe salito a quell’età – ha ribadito Castaldini –. Non voglio incolpare nessuno, ma se sei in braccio alla mamma non potevamo dire tu non sali. Il carro era stato collaudato da un ingegnere e quattro persone erano accanto a quello, e a ogni altro carro, per controllare le persone che salivano».