ZOE PEDERZINI
Cronaca

Bimbo morto a Castenaso (Bologna), urla e lacrime sul lettino vuoto del piccolo Raul

Il silenzio di via Paolo Fabbri, a Castenaso, rotto dal pianto della trentaduenne, consolata dal compagno Una vicina sconvolta: "Mi sembra ieri di averli visti rientrare a casa, con l’ovetto, dall’ospedale"

I carabinieri fuori dalla palazzina in via Paolo Fabbri a Castenaso

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Castenaso (Bologna), 16 luglio 2023 – Palazzine di tre piani con serrande rosse quasi tutte abbassate e qualche panno steso ad asciugare sui terrazzi. E il frinire delle cicale, in sottofondo. All’ora di pranzo, in via Paolo Fabbri ci sono solo afa e silenzio. Che vengono rotti, all’improvviso, da urla e lacrime. È lo strazio della mamma del piccolo Raul Cacciapuoti, sorretta dal compagno, mentre si allontanano dall’appartamento dove, all’alba, il loro secondo bambino, un mese neppure compiuto, si è spento nel sonno. Una morte che al momento è ritenuta naturale, in attesa degli esiti dell’autopsia.

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Solo questo dolore si respira nel complesso residenziale di Castenaso, noto storicamente come Villaggio Primavera, che comprende una serie di civici di via Paolo Fabbri e delle vie limitrofe. Tra quei civici, che sembrano davvero tutti uguali, c’è anche quello dei giovani genitori di Raul, il neonato trovato morto nella culla.

Sono le 13,30: a lungo, sotto la canicola di un caldo afoso che quasi non fa respirare, si sentono solo poche auto passare e un insistente ‘fruscio’ di cicale. Poche persone passeggiano tra gli stalli delle auto di via Fabbri, c’è chi torna a casa con la spesa, chi esce a buttare l’immondizia e chi torna dopo qualche commissione del sabato mattina. "Diciamo che, per fortuna, non siamo soliti avere un via vai di forze dell’ordine come quello di questa mattina (ieri, ndr ) – racconta un vicino –. Abbiamo subito capito, sia io che mia moglie, che qualcosa di brutto doveva essere successo perché siamo andati in terrazzo e abbiamo visto prima i carabinieri, poi quelli delle indagini scientifiche, e, poco dopo, le pompe funebri".

Poco distante arriva un’altra donna, che abita qualche civico più in là e che era già informata di quanto accaduto: "Che dire? Ho la pelle d’oca solo al pensiero. È vero che in una zona residenziale le voci si rincorrono e tutti sanno tutto, ma non ci volevo credere davvero. Ci sono tanti bambini qui che spesso giocano tutti insieme e sapere che una giovane famiglia è stata spezzata da questo immane dolore mi distrugge: nessun dovrebbe soffrire così". C’è, poi, chi, quasi tra le lacrime, commenta: "Sembra davvero ieri che avevo visto quel piccolo trasportino per bambini, quella piccola culla con cui si va a prendere i neonati in ospedale. Pensare che dopo neanche un mese quell’angelo non c’è più mi spezza il cuore".

Pochi minuti dopo, nel silenzio dell’ora di pranzo, due figure abbracciate escono dal condominio dove si è consumata la tragedia: sono i giovani genitori di Raul che si allontanano. Dietro l’angolo si sentono solo grida disperate di dolore, tra le lacrime della madre e le parole di conforto per lei che, solo trentaduenne, deve affrontare la tragedia di sopravvivere a un figlio. C’è, poi, chi non vuole parlare e si blinda dietro alla riservatezza di un tragico fatto privato. Anche l’amministrazione comunale di Castenaso preferisce non dire nulla su quanto accaduto, come specifica il sindaco Carlo Gubellini: "Davvero una tragedia, ma visto che ci sono indagini in corso non aggiungo altro". Quel che è certo è che il Comune si è prontamente attivato, già da ieri, per mettere a disposizione della famiglia un supporto psicologico.