FRANCESCO MORONI
Cronaca

Biglietti del bus e rincari, il caso. Li Calzi: "Il governo intervenga". Borgonzoni: "I soldi ci sono già"

L’assessora al Bilancio chiede da Roma "le risorse per il Fondo nazionale del trasporto pubblico". La sottosegretaria: "Previsti 120 milioni in più per il 2025, il Comune spieghi cosa vuole fare".

Biglietti del bus e rincari, il caso. Li Calzi: "Il governo intervenga". Borgonzoni: "I soldi ci sono già"

L’assessora al Bilancio chiede da Roma "le risorse per il Fondo nazionale del trasporto pubblico". La sottosegretaria: "Previsti 120 milioni in più per il 2025, il Comune spieghi cosa vuole fare".

Bologna, 27 novembre 2024 – Il rischio rincari sui biglietti del bus è diventato un caso. Di adeguamento tariffario si parla sottotraccia ormai da anni e, come anticipato ieri dal Carlino, la partita è arrivata a un bivio. Secondo il Comune, però, ci sarà ancora da aspettare. Da Palazzo d’Accursio ci tengono a ribadire come la discussione sia in atto e come difficilmente si deciderà entro la settimana. È più probabile arrivi, invece, un nuovo slittamento. Roberta Li Calzi, assessora al Bilancio, è andata oltre parlando di come resti in attesa di notizie da Roma: "Se il Governo non garantirà i fondi necessari al Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, la manovra tariffaria a Bologna non sarà solo uno scenario, ma una necessità". E ancora: "Il Comune e Srm in questi anni hanno garantito le risorse necessarie per coprire tutti gli aumenti contrattuali previsti, ma l’aumento dei costi per l’inflazione e la necessità di rinnovare i contratti degli autisti non è più sostenibile – prosegue la nota dell’assessora –. Bologna attenderà l’approvazione della legge di stabilità confidando in un impegno del Governo, altrimenti dovremo capire come affrontare la situazione, che rischia di scaricarsi sui lavoratori e le lavoratrici del trasporto pubblico e sugli utenti: senza un riequilibrio, c’è il rischio di tagli e riduzioni".

Come detto, l’ipotesi sul piatto è che il prezzo del ticket singolo (75 minuti) salga per la prima volta dal 2019, passando da 1,50 a 2 euro se acquistato ‘a terra’ e da 2 a 2,20 euro se preso ‘a bordo’. Non solo: crescono anche il costo del ‘city pass’ – da 14 a 18 euro – e quello per gli abbonamenti mensili (da 36 a 40 e da 27 a 30 per gli under 27), mentre per quelli annuali il rincaro sarebbe da 330 a 360 euro. Tutto questo per far fronte all’articolo 12 bis del contratto di servizio con Tpb (società di Tper), che prevede l’adeguamento tariffario tarato anche sull’inflazione ogni due anni: il ‘buco’ da colmare annualmente sarebbe di 10 milioni e 584mila euro, con gli introiti annui netti che salirebbero da 66.989.730 euro a 77.574.115, compensando così il periodo di ‘congelamento’.

Sul tema è intervenuta ieri sulle nostre pagine Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura della Lega, chiamata in causa dalla stessa Li Calzi ("Fa piacere vedere che Borgonzoni ritenga necessario scongiurare lo scenario, ci aspettiamo che alle sue parole segua un impegno concreto a Roma").

Borgonzoni, però, non ci sta: "Continua il solito rimpallo di responsabilità dagli esponenti del Pd – sferza la sottosegretaria –, che sanno benissimo come un aumento delle risorse destinate al Fondo nazionale sia già nella legge di bilancio: i soldi ci sono già". Nella manovra, infatti, sarebbe previsto un incremento di 120 milioni di euro per il 2025, destinati proprio al trasporto pubblico locale.

"Credo, piuttosto, che il Comune debba dire chiaramente davanti ai cittadini se intenda o meno aumentare il prezzo dei biglietti, perché le risorse sono già nella legge di stabilità. L’aumento che dovrebbe essere riallineato ai prezzi, poi, mi sembra sproporzionato. Per non parlare del fatto che i bolognesi hanno a che fare con una città paralizzata e con corse dei bus tagliate o sempre più in ritardo".