GABRIELE TASSI
Cronaca

Biba Caggiano morta, addio alla chef diva negli Usa

Si è spenta a 82 anni, importò il ‘Made in Bo’ a Sacramento

Biba Caggiano viveva negli Usa

Biba Caggiano viveva negli Usa

Bologna, 31 agosto 2019 - Ancora non c’erano i video tutorial. Il web era ancora un miraggio lontano. Il mestiere 2.0 dell’influencer? In pratica, lei se l’era inventato da sola negli anni ’70. Una «sconosciuta» per quasi chiunque sotto le Due Torri, una «celebrità» oltreoceano Biba Caggiano,trasformatasi in un’icona della cucina italiana ‘made in Bologna’ negli Usa, è morta l’altro giorno, a Sacramento, all’età di 82 anni.

Ragù confortanti, tagliatelle al mattarello e gli immancabili tortellini. Le meraviglie della nostra tavola le avevano aperto le porte del successo grazie ai suoi primi libri di cucina. Merito un po’ della pasta, quindi, se era stata capace di scrivere - da protagonista - una nuova storia di rinnovamento nella scena culinaria in California.

Famosa per la sua calda accoglienza e il cibo di qualità, Caggiano si era trasferita negli States nel 1960 per amore, e aveva aperto nel 1986 il Biba Ristorante, che da allora è uno dei locali più rinomati di Sacramento. Ma soprattutto era una bolognese doc, nata all’ombra delle Torri. Sui ciottoli di piazza San Domenico si era fatta le ossa fra taglieri, uova e farina, per poi portarsi questa ‘dote’ inestimabile fin negli Stati Uniti.

Anche adesso, per nessuno è facile l’arrivo in una grande città, figuriamoci per Biba, quando nel 1960 si trovò al cospetto della Grande Mela. Nove gli anni passati con il marito a New York, poi un nuovo trasferimento, a Sacramento. Ed è lì che scatta qualcosa. Lei, italiana, moglie di un medico: non c’era un’occasione in cui le venisse chiesto qualche prezioso consiglio sulla gustosa cucina di casa, o su come reperirne gli ingredienti. E così che Biba, prima impiegata alla Banca Nazionale del Lavoro, si rende conto di una nuova opportunità: sotto il sole della California manca un negozio dove si possa trovare cibo italiano.

Il cotechino – per esempio – arrivava da San Francisco, i prosciutti dal Canada; poco a poco la nostra ex concittadina si stava rendendo conto di poter fare del ‘mangiare’ un vero e proprio lavoro. Ma non solo, perché già a quei tempi – quasi inconsciamente – cominciava a difendere l’identità territoriale dei nostri alimenti, che nel 2019 devono contendersi la platea con le ‘imitazioni’ provenienti da tutto il globo.

Biba comincia per gradi: scrive qualche ricetta per le amiche, partendo dai piatti rinomati della cucina bolognese: il bollito misto con salsa verde, le lasagne, i tortellini. La ricerca si allarga poi alle altre specialità regionali – e come darle torto –, attraverso libri e contatti con l’Italia. Nel 1970 diventa insegnante in una scuola di cucina. Il primo volume ai fornelli invece arriva nel 1983. E’ nel 1986, dopo tre libri, 16 anni di insegnamento e un po’ di tv locale, che apre un proprio ristorante. Un richiamo irresistibile per la clientela a stelle e strisce, e poco dopo arriva la notorietà. Per tutti era diventata il volto dei cooking-show su Discovery Channel e viaggiava in molti paesi per diffondere la tradizione culinaria italiana.

Da stella della tv, ad ‘amarcord’ sul web: delle sue ricette la rete oggi ne è piena, ma sui piccoli schermi della nostra città sono passate, poche, risicatissime tracce. Ad eccezione della ‘Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo’, che l’ha inserita nel catalogo dell’emigrazione femminile. Chi non l’ha dimenticata poi, sicuramente è il suo pubblico: unanime il cordoglio delle televisioni americane, che da ieri piangono la scomparsa della cuoca. Piazze e i sampietrini però lei non se li è mai lasciati alle spalle, tanto che ogni anno non dimenticava di far ritorno a Bologna, forse, anche per qualche ‘ripasso’ di quella cucina che da sempre ci rende grandi nel mondo.